Gli altri si dopano e Nibali rischia il Tour

Gli altri si dopano e Nibali rischia il Tour

Nibali rischia di non correre il Tour? Potrebbe. Non è certo, ma è una ipotesi. È un periodo così: si corre veloce e non si hanno più certezze o punti di riferimento. Nibali, il nostro fiore all'occhiello, rischia sulla carta di non correre. Ma andiamo con ordine.

La Commissione Licenze dell'Uci, organismo indipendente che valuta la correttezza delle formazioni del ciclismo mondiale, ha deciso di non assegnare per il momento la licenza all'Astana, la squadra kazaka che ha in Vincenzo Nibali il proprio punto di riferimento. La decisione di prendersi ancora qualche giorno di tempo (probabile che le riserve vengano sciolte mercoledì prossimo) è dovuta ai due casi di doping che hanno colpito il team nei mesi scorsi: quelli dei fratelli kazaki Valentin e Maxim Iglinskiy, fermati entrambi per Epo (eritropoietina).

In tutta questa vicenda, Nibali, Aru e tutto l'enclave italiana (su 30 corridori 10 sono di casa nostra, ndr) non centrano nulla, ma la posizione della formazione diretta da Alexander Vinokourov è sotto la lente di ingrandimento. La posizione di Nibali in materia di doping è piuttosto chiara e anche nota. Al Tour, in occasione della conferenza stampa conclusiva, senza tanti giri di parole disse: «È grazie anche ai controlli antidoping più stretti e rigorosi se io ho potuto vincere il Tour».

E ora cosa può succedere? Mercoledì la Commissione potrebbe decidere di dare all'Astana la licenza e tutti tireremmo un sospiro di sollievo. Oppure potrebbe negargliela. In questo caso Vinokourov ha già fatto sapere di essere pronto a ricorrere al Tribunale dell'Arbitrato Sportivo (Tas). Due anni fa la stessa cosa accadde alla Katusha (per questioni amministrative ed etiche, ndr), team russo capitanato da Joaquin Rodriguez: la Commissione negò la licenza e il Tas gliela ridiede. Nella peggiore delle ipotesi, nel caso la formazione di Nibali non abbia la licenza, dovrà essere invitata dagli organizzatori, che hanno la facoltà di invitare quattro squadre grazie al meccanismo delle wild-card. Il Giro, il Tour e la Vuelta si priverebbero di Nibali? Sulla carta potrebbero, ma sarebbero perlomeno masochisti.

C'è anche chi ipotizza che nel caso la licenza non fosse concessa, i corridori, da

Nibali ad Aru, potrebbero svincolarsi. Ipotesi anche questa remota, anche perché le squadre ormai sono fatte e Nibali, che guadagna 4 milioni di euro a stagione premi esclusi, ha già detto chiaramente: «Da qui non mi muovo».

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