Ora che in Italia si è consacrata la sua tirannia - almeno due trofei su tre negli ultimi cinque anni, en plein stagionale con un tris da agosto 2015 a sabato sera con Supercoppa, scudetto e Coppa Italia, meglio solo il Psg che in patria ha fatto poker ma perché esistono tre trofei nazionali - la Juve pensa già ad alzare l'asticella. L'anno prossimo l'obiettivo conclamato è la Champions League, sfumata nella serata di Monaco. Un progetto che ha portato due veterani come Barzagli ed Evra - «rimango, non è ufficiale, ma la società lo sa», l'annuncio del francese arrivato nella pancia dell'Olimpico dopo la finale con il Milan - a prolungare di due anni il contratto in scadenza. «Siamo pronti per vincerla», dice il difensore azzurro che si prepara ad approdare alla corte di Conte.
Ma l'assalto del trofeo dalle grandi orecchie sarà senza l'eroe della notte romana. Alvaro Morata ha le valigie in mano, il Real Madrid eserciterà il diritto «de recompra» (se ne parlerà dopo la finale di Champions del 28) anche se Marotta proverà a blindarlo ancora. Quella dedica alla fidanzata Alice, modella veneziana, dopo il gol ai rossoneri ha fatto il giro dei social network. «Avevo sognato una finale così, i miei amici mi avevano detto che sarei entrato e avrei fatto gol, ora l'Europeo con la Spagna», così l'attaccante che evita il discorso del futuro. Che potrebbe essere in Premier se Arsenal e Liverpool, che offrirebbero anche un posto da titolare ad Alvaro, metteranno sul piatto una cinquantina di milioni. Per la Juve ritrovare un classe 1992 così forte non sarà facile...
Senza Morata e senza l'uomo assist di Roma Cuadrado (che tornerà al Chelsea), si ripartirà probabilmente dal Pogba diventato leader e non solo per merito della maglia numero 10. Le offerte - pure pesanti - per il francesino non mancano, ma lui dovrebbe restare in una rosa tra le migliori d'Europa che ha ancora un reparto arretrato molto affidabile. Pochi i calciatori che possono migliorarla, tra questi Pjanic, che ha buone qualità di palleggio e sa tirare le punizioni. Chissà che non sia proprio il bosniaco, uno degli obiettivi del mercato bianconero, un surplus per tentare il colpo in Europa.
Ma nella notte dei sorrisi, c'era qualcuno che ha masticato amaro. La Juve ha infatti negato a Paulo Dybala il permesso di partecipare con l'Argentina alle Olimpiadi di Rio. I bianconeri hanno esercitato il diritto del club (i Giochi non fanno parte del calendario Fifa) come già era successo nel caso di Bonucci convocato per lo stage azzurro di Conte. «Mi dispiace molto, sarebbe stato il mio primo torneo con la nazionale, ci sarei andato davvero volentieri - così Dybala dopo i primi trofei della carriera -.
Non mi resta che andarmene in vacanza, mentre i miei compagni saranno quasi tutti ancora impegnati tra Europei e Coppa America». Competizione dalla quale era rimasto escluso perché il ct Martino non aveva convocato under 21 dell'ultimo biennio, in età per la chiamata olimpica. Ma la Juve pensa solo a se stessa e questo l'aiuta a vincere.
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