Da un giorno all'altro è cambiato, quasi, un mondo. L'Hamilton sicuro di sé e dall'aria naïf delle qualifiche, ha chiuso il Gran Premio d'Australia secondo e battuto e, col capo chino dentro la propria monoposto al termine della corsa, ha dovuto, però, rassegnarsi e accettare a malincuore la sconfitta. «Quando non si vince fa sempre male commenta Lewis, rimasto con l'amaro in bocca - ma cerco di concentrarmi sugli aspetti positivi ed in questo weekend ne ho visti parecchi. Non credo che il gap visto in qualifica (sei decimi, ndr) dalla Ferrari sia veritiero. Forse sono stato bravo io a fare un buon giro mentre Seb non ha trovato la tornata perfetta, ma già in prova hanno dimostrato di essere veloci e in gara lo hanno confermato. Avrei voluto lottare un po' di più nel finale, ma loro erano di un decimo più veloci rispetto a noi nel passo gara. Alla fine ho alzato il piede, cercando di salvare la macchina per preservare il motore. E considerato che dobbiamo tenere tre motori per tutto il campionato ho cercato di pensare a lungo termine, anche perché non avrei potuto superare Vettel a meno di miracoli».
Così Toto Wolff, team principal Mercedes: «Durante la Virtual Safety Car abbiamo avuto un problema al software dei computer. Il sistema ci ha detto che avevamo un margine di tre secondi sulla Ferrari che, invece, non c'era. Non sappiamo cosa sia successo... Comunque, con una sola macchina è molto difficile fare una buona strategia». Infatti, è stato un weekend da dimenticare per l'altra freccia d'argento, quella di Valtteri Bottas.
Dopo essere finito nelle barriere nella Q3, in qualifica, il finlandese, che con l'incidente è scattato dalla 15esima casella per la sostituzione del cambio, non è mai apparso brillante in gara e ha faticato più del dovuto a risalire il gruppo, chiudendo soltanto in ottava piazza. SAr
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