Un anno fa la sVentura nazionale

Un anno fa la sVentura nazionale

Festeggiamenti a casa Ventura, oggi si spegne una candelina. La torta? Andrebbe lanciata sul viso del succitato cittì che un anno fa riuscì nell'impresa storica, insieme con la sua orchestra, di toglierci dall'impiccio del mondiale, un bel pareggio a San Siro con la Svezia e buonanotte alla Russia. Roba bella, anche comica, con fotogrammi di grande commedia all'italiana, De Rossi che scuote la testa in panchina e si interroga sul perché e sul per come, nel momento decisivo e caldo della partita, il Ventura avesse pensato di mandarlo in campo mentre occorreva mettere dentro una punta, uno che cercasse il gol della disperazione e della qualificazione, la folla che urla e insulta, il resto del mondo, incredulo, che se la spassa.

Una notte niente affatto magica, fischi, insulti, vergogna internazionale, lui, il bell'uomo genovese, il Michel Piccoli del football nostrano, non molla la presa, fatto fuori dal giro delle elette non pensa nemmeno di presentare la lettera di dimissioni, il denaro innanzitutto, poi, eventualmente la dignità e la coerenza. Nel frattempo, piange Buffon, giace Immobile, sbanda Belotti, si maschera Bonucci, si accuccia Barzagli, mentre il Ventura procede verso lo spogliatoio, con quell'espressione un po' così di chi non ci ha capito nulla. Ed è questa, forse, la considerazione più seria, l'uomo sbagliato nel posto sbagliato ma in capo alla squadra più importante. L'Italia troppo grande per lui o lui troppo piccolo per l'Italia. Per eventuali contestazioni o controdeduzioni, controllate le ultime notizie di cronaca, Verona, alla voce Chievo e le parole dure di Pellissier che sgrida l'incredibile resa del ligure allenatore, il quale era già ex al momento della firma contrattuale.

Un anno dopo, che cosa è cambiato? A parte il caso umano, poco. Parole, comizi, annunci, riforme, rivoluzioni, commissariamenti, chiacchiere e distintivi, convocazioni improbabili, El Shaarawy sta bene ma resta a casa, dentro il siculotedesco Grifo raccomandato da Evani e Di Biagio che l'hanno gestito nelle Under azzurre. Tutto questo perché la nazionale si è radunata perché sabato affronterà il Portogallo e, guarda un po' gli scherzi del calendario, oggi si allena, ricordando la data e quella notte milanese, così lontana ma onnipresente.

Mancini si gode i suoi santi in paradiso, terrestre, qualunque cosa faccia mette sempre la palla in corner, bello e bravo a prescindere. Ventura-Fantozzi, invece, sta progettando un'altra vacanza a Zanzibar. Viva preoccupazione nell'arcipelago della Tanzania.

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