Aru: «Cresco a pane e Nibali. È il mio maestro»

Aru: «Cresco a pane e Nibali. È il mio maestro»

Oggi probabilmente non splenderà il sole, ma per Fabio Aru questi sono giorni splendidi. «Ci stiamo allenando benissimo e con grande intensità. Sto bene, così come tutta la squadra e Vincenzo (Nibali, ndr) in primis. Cosa chiedo alla mia stagione? Di fare solo un piccolo passo in più. Dopo un 2014 come il mio, migliorarmi ulteriormente sarebbe già molto». Aru è a Calpe, in Spagna, dove la sua Astana è in ritiro dalla scorsa settimana. Il Diamond Beach è il "buon retiro" del campioncino di Villacidro e di Vincenzo Nibali.

Nei tuoi programmi c'è il Giro d'Italia. Un anno fa terzo, alle spalle di due colombiani: Quintana e Uran. Quest'anno il podio ti starà stretto?

«Quest'anno ci sarà Alberto Contador e con questo ho detto tutto. Con Vincenzo, Alberto è il numero uno nei Grandi Giri. Non dico che si correrà per il secondo posto ma trovare un posto sul podio sarebbe già una buona cosa. Una cosa è certa: io non corro mai per piazzarmi, sempre per vincere, ma bisogna essere anche realisti».

Prima del Giro, che programma corse seguirai?

«Debutto in marzo, un paio di brevi corse a tappe e la Liegi».

Cosa ti sei portato dietro dal 2014?

«Tutto. Quello che sono oggi è frutto di un grande lavoro fatto nella scorsa stagione. Ho disputato per la prima volta nella vita e nella stessa stagione due Grandi Giri. Ho fatto terzo al Giro vincendo una tappa, e quinto al Giro di Spagna vincendone due. Il quinto ottenuto in Spagna, però, mi ha dato la convinzione che sono sulla strada giusta, anche perché ero in mezzo a tanti campioni: Contador, Froome, Valverde, Rodriguez…».

Dove pensi di poter arrivare?

«Sono già a buon punto. Però non bisogna illudersi. Sai quanti ragazzi della mia età sono poi sprofondati nel dimenticatoio. Io devo pensare che quello che ho fatto è importante ma non è ancora sufficiente per considerarsi un grande corridore e io voglio arrivare ad essere considerato tale. Ho davanti ai miei occhi tanti buoni esempi, uno su tutti: Vincenzo».

Cosa ti colpisce di Nibali?

«La sua tranquillità, la sua serenità. Mi domando sempre: ma dove trova la cattiveria agonistica per metterti alle sue spalle? Sembra sempre che a lui interessi poco batterti, ma poi Vincenzo non ti fa vincere nemmeno la volatina d'allenamento. È pazzesco!».

Nessuna possibilità che Nibali faccia anche il Giro?

«Credo di no, per lui c'è il progetto Tour. Parte da numero uno e può fare il bis. Se io sarò bravo a correre un grande Giro e ad uscirne bene, non mi dispiacerebbe poterlo affiancare in Francia. Per me sarebbe come andare alla Sorbona con il migliore dei docenti».

È vero che i tuoi allenatori, Paolo Slongo e Maurizio Mazzoleni, ti fanno vedere le registrazioni delle tue vittorie ma anche delle sconfitte?

«Sì, e studiamo anche gli avversari. Non lasciamo nulla al caso. Oggi non si può più».

L'anno nuovo ti ha portato una nuova casa…

«Ho traslocato, da Ponte San Pietro (Bergamo) a Lugano, con la mia fidanzata Valentina. Ora io e Vincenzo abitiamo vicinissimi e potremo allenarci assieme anche a casa».

Stai più con lui che con Valentina.

«Questo è sicuro. Ma se voglio diventare un campione, e io lo voglio, devo rubare il più possibile il mestiere a Vincenzo».

Cosa ama dirti Vincenzo?

«Fabio, tranquillo, tutto arriva a chi sa aspettare. Ma non è facile, io scalpito».

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