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Bacosi&Cainero che mira due mamme sul podio

Le azzurre prima e seconda nello skeet del tiro a volo. "Dura soltanto lasciare i figli a casa..."

Bacosi&Cainero che mira due mamme sul podio

RIO DE JANEIRO - Oro e argento, amica contro amica, mamma contro mamma. Soprattutto mamme: "Perché solo noi sappiamo cosa vuol dire, cosa significano i sacrifici di noi donne: siamo mamme, mogli, figlie. Siamo tutto". Oro e argento, mano nella mano, con le lacrime che iniziano a sgorgare ancor prima che cominci la finale perché Diana e Chiara sono l'una contro l'altra nel momento aspettato da sempre. Non è la prima volta, ma è la volta che resterà congelata nel tempo. Alla fine è Bacosi d'oro e Cainero d'argento, ma che importa: il medagliere d'Italia registra l'impresa, perché mai gli atleti al poligono avevano portato un bottino così. Finora un oro e tre argenti nel tiro a volo più l'oro del tiro a segno, risultato storico. Ma soprattutto Diana e Chiara insegnano una lezione: "Non rinunciare mai a propri sogni - dice felice la vincitrice -, anche quando è dura. Quando è dura lasciare a casa tuo figlio per andare a sparare. Questo successo è dedicato a lui".

Il tiro alle Olimpiadi è praticamente come passare al bancomat: ci vai quasi tutti i giorni per ritirare il contante, ma ogni tanto il servizio è temporaneamente non disponibile. Capita insomma, ma dura poco, pochissimo. Perché mentre Campriani e De Nicolo restano fuori dal podio della carabina 50 metri in posizione prona, ecco che dal campo attiguo di tiro a volo gli spari hanno il suono che ti aspetti. Chiara Cainero e Diana Bacosi, viaggiano spedite in semifinale, e quando il pomeriggio di Rio si fa duro non ce n'è per nessuna. Chiara, che a Pechino 2008 aveva vinto l'oro e qualche anno fa ha pure partecipato agli Europei incinta: "Ad ogni sparo sentivo il feto che si muoveva. Oggi mio figlio è il mio primo tifoso". Perché dopo la gravidanza è ripartita subito, missione Rio, "e d'accordo con mio marito: volevo questa finale. E questo argento vale oro". Mamma bum bum insomma, come Diana che a 33 anni ha già appunto un figlio di 7, e che come capita ha una storia simile a tante altre: "Mio padre era un cacciatore è così...". Così cominciano in tanti, ma poi il poligono non mente mai: chi arriva a giocarsi una medaglia alle Olimpiadi ha qualcosa in più.

Lo skeet è la versione moderna del tiro al piccione, meno cruenta, più emozionante. Si spara da posizioni diverse e si aspetta che dalle due torrette partano all'improvviso i piattelli: due, come i colpi in canna, chi sbaglia è perduto. Chiara e Daniela sono regine di questo sport, nel quale ci vuole occhio e cervello. Bisogna essere veloci. E la vera novità del settore è che non c'è bisogno di uno strizzacervelli per avere un fucile come amico: "Mai avuto necessità di un mental coach dice Diana -, la concentrazione me la trovo da sola". L'ha trovata, l'hanno trovata. In semifinale la Cainero è la seconda di sei sulla pedana dopo l'americana Rhode, campionessa a Londra e una che si diletta a passare dallo skeet al trap ogni volta che le si piazza davanti l'occasione. Riuscirebbe a centrare anche un fagiolo, dicono di lei, invece sbaglia la seconda serie di quattro piattelli, mentre Chiara non ne manca uno. Diana invece è l'ultima del gruppo, arriva dopo tutte e ci vuole sangue freddo, ma lei appunto non ha bisogno di nessuno: un errore c'è, ma è l'unico, e quando il sedicesimo piattello esplode, scatta l'abbraccio con Chiara e il pianto liberatorio. "Le dicevo: comunque siamo felici - dirà poi la Cainero -. ma lei non smetteva di piangere...".

Così ecco la finale (mentre la Rhodes, terza, conquista la sesta medaglia olimpica consecutiva): questa volta sbaglia Chiara, la veterana, questa volta vince Diana, e chissà cosa dirà adesso il suo piccolo Matteo. "L'ho sentito prima della finale, mi ha detto: mamma spacca tutto! Alla fine volevo fare come coach Benelli, che cominciò a correre dopo l'ultimo sparo ad Atene 2004. Però ho visto il tabellone e mi sono pietrificata. E ho pianto...Adesso però torno finalmente a casa: è l'ora di stare in famiglia, con Matteo. Tra un po' ricomincia la scuola". Storie di mamme e trionfi del tiro.

Il bancomat anche questa volta era pieno.

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