Balotelli scrive: the end Il Milan è nella bolgia

La bolgia infernale è cominciata nella notte di sabato. E in quella bolgia il Milan può rischiare solo di finire incenerito nelle prossime 48 ore. Perché il club è ormai fuori controllo, senza più testa, per la prima volta dopo 28 anni di virtuosa e premiata gestione berlusconiana. Appena si è concluso l'ultimo cieco assalto di Robinho e Zapata alla porta del Genoa, sono apparsi gli striscioni minacciosi della curva amica. E la rampa d'accesso al posteggio sotterraneo e agli spogliatoi di San Siro è stato blindato da un cordone di poliziotti, opposto alle legioni degli ultrà che cantavano la loro rabbia. Su suggerimento del responsabile del servizio d'ordine, Kakà e Abbiati, i due senza macchia del gruppo, sono usciti per parlamentare con i contestatori: hanno promesso impegno, hanno raccolto qualche minaccia («se vediamo qualcuno fare le sei del mattino…») e sono andati a letto.
Al risveglio è stato Balotelli a far fuoco alla miccia. Un suo tweet in inglese, «Questa è la fine», pubblicato alle 5 e 11 del mattino, ha scatenato il solito inferno mediatico. Qualche ora dopo la ricostruzione più attendibile (frase dedicata a un suo amico campione di arti marziali che aveva appena perso una sfida) seguita da un incoraggiamento «forza Milan sempre e comunque» e dall'arrivo in ritardo di 9 minuti sulla pre-convocazione a Milanello. Come lui, anzi peggio di lui, Robinho e altri due rossoneri, ma Balotelli è finito sulle prime pagine di tutti i siti. Meritandosi qualche rimprovero- meglio evitare frasi di quel tenore - e una censura immotivata relativa all'orario: è noto che i calciatori, dopo le partite in notturna, non prendono sonno facilmente, troppa adrenalina in circolo. Ma un conto è non chiudere occhio e un'altra passare la notte con gli amici e occuparsi di arti marziali!
«Se il Milan avesse vinto, nessuno si sarebbe accorto del ritardo» è la spiegazione registrata a Milanello. Dove Adriano Galliani ha ripetuto la linea guida della società. «Ci sono anni in cui tutto va storto, è successo all'Inter e alla Juve che sono i nostri competitor, può succedere anche a noi. L'importante è adesso raddrizzare la rotta» il suo sermoncino. Perciò la bolgia infernale in casa Milan è proseguita nelle due ore successive alla convocazione, due ore impegnate da Allegri e squadra per decifrare gli errori di mira commessi, troppi e non solo di mira. Errori che hanno a che fare con il senso di appartenenza quasi sparito, con insicurezze del gruppo e con la questione Balotelli, che è calcistica, prima che comportamentale. Col Genoa è stato all'altezza della prova in azzurro per 30 minuti. Sbagliato il rigore si è disunito, smarrito, ha cominciato a giocare da solo e a tirare da piazzale Lotto nella falsa speranza di risolvere i problemi.


E qui è indispensabile dialogare col giovanotto per tirarlo fuori dall'angolo buio nel quale si caccia ogni volta che si trova dinanzi a una difficoltà, un errore, un ostacolo inatteso, come il secondo rigore sbagliato. La bolgia infernale è appena cominciata perché a Glasgow sarà anche peggio. E uscirne vivi sarà molto complicato. Con Montolivo ma senza Mexes, senza Muntari e col dubbio Matri-Robinho.

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