"Un errore limitare a 5.000 tifosi l'accesso negli stadi. È difficile da digerire per chi è vaccinato. È l'ennesimo modo per colpire il calcio, come le discoteche e i luoghi del divertimento senza una logica". Sono le parole di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all'Ospedale San Martino di Genova ai microfoni di Radio anch'io sport.
Anche la Serie A prova a difendersi dal diffondersi della quarta ondata. La misura in vigore dal 16 al 23 gennaio, vedrà la capienza degli stadi ridotta a 5.000 spettatori. La decisione però non convince l'infettivologo Matteo Bassetti: "Gli stadi se si seguono le regole sono luoghi sicuri. Mi sembra un atteggiamento cervellotico della gestione di questa fase della pandemia. La verità è che purtroppo Omicron meno aggressivo, non ha soppiantato la Delta. La pancia è andata a prevaricare la testa".
La ratio del provvedimento, secondo Bassetti, presenta delle evidenti falle:"È un errore, un colpo difficile per chi è stato vaccinato con una doppia o tripla dose e magari ha fatto un abbonamento. Gli si dice che si porta la capienza a 5.000 senza guardare alla capienza dell'impianto: è l'ennesimo modo per colpire il calcio come sono state colpite le discoteche e i luoghi del divertimento, senza una logica. Lo trovo sbagliato, gli stadi sono luoghi sicuri se si fanno applicare le regole che si conoscono: l'utilizzo del super green pass, le mascherine".
Limitazioni, per niente prese in considerazione da altri Paesi, come ad esempio l'Inghilterra: "Perché gli inglesi hanno gli stadi pieni e i tedeschi no? Gli inglesi hanno scelto una strategia pragmatica, con un atteggiamento diverso sin dall'inizio, anche perché dopo due settimane di proibizione, alla terza c'è la rivoluzione, a differenza di quanto accade da noi o in Germania - ha aggiunto il professor Bassetti -È giusto tendere all'atteggiamento britannico, una via di mezzo che poteva essere quella italiana, ma la pancia ha prevalso sulla testa. Sarei rimasto a come eravamo".
Infine sulla questione sollevata recentemente dal tecnico della Lazio, Maurizio Sarri, secondo cui con un così alto tasso di vaccinati, i giocatori con la febbre dovrebbero stare a casa e gli altri no:"Sarri ha colto nel segno. Nel gennaio del 2021 dissi che i calciatori dovevano essere vaccinati tra i primi per dare un esempio e perché a rischio.
Il calcio è un settore che dovrebbe avere la vaccinazione obbligatoria, per cui se si hanno dei sintomi si sta a casa, ma senza evitiamo di fare milioni di tamponi. Usciamo da questa logica persecutoria dei tamponi, che rischia di portare al blocco dei campionati e di tutta l'Italia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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