Bella, potente e veloce. Ecco la nuova Ducati che vuole il Mondiale

Più cavalli ma più facili da gestire. Dovizioso e Lorenzo puntano al titolo: «Ci divertiremo»

Bella, potente e veloce. Ecco la nuova Ducati che vuole il Mondiale

Migliorare una moto che fino all'ultima gara ha lottato per il titolo mondiale della MotoGp significa tornare a vincerlo, quel titolo, a 11 anni dall'ultima volta. Nasce con questo obiettivo la nuova Desmosedici Gp18, che ieri è stata presentata a Borgo Panigale e che punta a confermare i pregi ma allo stesso tempo anche a limare i difetti della versione 2017. È stata aggiunta una striscia grigia sulla livrea e sono stati aggiunti altri cavalli al motore, che già era il più potente e selvaggio del lotto. Ma la vera sfida di Gigi Dall'Igna è stata quella di migliorare un telaio che da sempre la rende meno maneggevole delle concorrenti e che dopo Valentino Rossi ha creato molti problemi anche a Jorge Lorenzo.

«Posso dire che ormai sono poche le piste che ci mettono in difficoltà - ha detto l'ingegnere con la barbetta, il geniale papà di tutte le Rosse - e quest'inverno abbiamo lavorato soprattutto sulla ciclistica con nuove idee che proveremo nei test, anche se alcune sono ancora in via di sviluppo e non si vedranno già in quelli di Sepang. Il 2017 ci ha fatto emozionare molto e prometto che lavoreremo per rendere meraviglioso il 2018 dei ducatisti. Sarà difficile perché i nostri avversari fanno paura sotto tutti i punti di vista: innovazione, budget e piloti. Però i nostri sono un valore aggiunto. Dovizioso ha saputo lottare contro uno dei Marquez migliori di sempre, il suo non è stato un exploit ma qualcosa di solido, e Lorenzo è un cinque volte campione del mondo, all'inizio ha avuto delle difficoltà ma poi ha finito la stagione in crescendo».

È facile immaginare che a indirizzare lo sviluppo sia stato il pilota spagnolo, che a Valencia sembrava aver dato segni di nervosismo (quando non obbedì agli ordini di scuderia facendo passare Dovi che provava a inseguire Marquez) e che dopo un anno di apprendistato dovrà dimostrare di valere i 12 milioni e mezzo del suo ingaggio. «Questa moto rischia di vincere tante corse - ha detto Lorenzo che insegue ancora il suo primo successo in sella alla Ducati - e il mio obiettivo è quello di offrire la miglior versione di me stesso. Vengo da una stagione complicata ma c'è stata una grande crescita e sono convinto che siamo pronti, questa moto e questa squadra hanno tutto per vincere».

Dovizioso invece con le vittorie ci ha preso gusto - l'anno scorso furono ben 6 - e grazie alla sua miglior stagione di sempre ora può sedersi, a quasi 32 anni, al tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto con un'autorevolezza inedita. «Si aspetta un ingaggio in linea con quello degli altri top riders ma noi dobbiamo tenere un margine di budget per lo sviluppo - aveva detto il ds Paolo Ciabatti - quindi prevedo una trattativa complicata». Andrea si frega le mani («vuol dire che hanno un pilota competitivo») e allo stesso tempo getta acqua sul fuoco: «Dobbiamo ancora parlare, lo faremo a breve». Non arriverà allo stipendio di Lorenzo e nemmeno a quelli di Marquez e Rossi, però i suoi 3,5 milioni annui sono destinati a crescere così come crescono le sue ambizioni: «L'obiettivo è fare ancora meglio, con ancora più spinta».

Per scoprire il livello della nuova Rossa, così come quello delle sue avversarie non manca molto, i test di Sepang sono in calendario alla fine del mese.

«Dovremo essere rigorosi e scegliere solo le evoluzioni aerodinamiche che ci daranno un miglioramento effettivo», ha spiegato Dall'Igna. Insomma il lavoro è tutt'altro che finito: il mondiale inizierà fra due mesi esatti e fino ad allora ogni giorno sarà prezioso per scolpire una Ducati da titolo.

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