Silvio Berlusconi è pronto a occuparsi del Milan, «l'affare di cuore» della sua vita da imprenditore di successo. La decisione, preannunciata nella nota firmata prima del viaggio rossonero a Catania e con la quale ha di fatto proclamato la pace armata tra sua figlia Barbara e l'amico di una vita, Adriano Galliani, trova la conferma solenne nella frase dedicata ieri dall'ex premier ai tormenti del suo club. Pronunciata ai margini della inaugurazione dei club Forza Silvio, ha un valore didascalico: «L'anno scorso, dopo una partenza disastrosa, sono ritornato a occuparmi del Milan e abbiamo alla fine acciuffato il terzo posto. Ora la squadra ha bisogno di qualche cura in più da parte mia». È l'unica difesa affidabile su cui può contare nelle prossime ore Allegri prima di incrociare i lancieri dell'Ajax, sfida decisiva per la qualificazione agli ottavi di Champions. Più del recupero a pieno titolo di De Sciglio, Abate e Abbiati per la disastrata difesa rossonera, finita ancora una volta, sotto accusa e non solo per i due gol di Livorno. Giusto un anno fa, circa a metà novembre Silvio Berlusconi tornò dopo una vita a Milanello per incoraggiare una squadra spaventata dall'addio dei mostri sacri, dalla partenza di Ibra e Thiago Silva oltre che dai risultati deludenti collezionati in campionato. Battezzò El Shaarawy il suo campione di riferimento, affidò a Montolivo la fascia di capitano, rimise in sella Allegri, diede una sferzata a tutto l'ambiente. I risultati furono immediati: il giorno dopo, a Napoli, partendo dallo 0 a 2, il Milan, rimontò la china pareggiando con una doppietta di El Shaarawy. E fu solo l'inizio di quel prodigioso recupero concluso a Siena con il terzo posto e il pass per il turno preliminare di coppa dei Campioni, poi superato in agosto. Già oggi pomeriggio, a Milano, in pieno centro, la presentazione del secondo volume dedicato alle imprese del Milan, con Barbara Berlusconi madrina e Baresi e Kakà testimonial, c'è la seconda uscita ufficiale della figlia del patron nei panni di neo ad con delega ai settori non sportivi. È un altro segnale dell'attenzione della famiglia.
Adesso Silvio Berlusconi deve ripetersi. Dopo aver evitato la crisi societaria, solo una settimana fa, varando lo schema della guida a due teste, ecco l'intervento dedicato al gruppo squadra. Programmato per mercoledì a colazione, a poche ore dall'Ajax, partita nella quale può bastare anche un pareggio risultato affatto scontato con quella banda del buco che si ritrova. Non solo. L'altra curiosità di questo indecifrabile gruppo è rappresentata da un'altra caratteristica. In campionato, fin qui, ha perso 14 punti partendo da un gol di vantaggio: è scattato per primo dai blocchi di partenza ed è arrivato ultimo o pari, a cominciare da Verona, per passare a Juve, Bologna, Genoa e Livorno, due sconfitte e tre pareggi. Se il Milan non è capace di conservare, come ai bei tempi di Fabio Capello, il vantaggio, vuol dire che non funziona oltre che la difesa, anche l'intera organizzazione. E questa volta non si dia alcuna responsabilità all'attacco. Con la doppietta di Livorno, Mario Balotelli al Milan da dodici mesi ha messo insieme 30 presenze e 21 gol: cosa gli si può chiedere di più? Forse è lecito reclamare più tensione, maggiore attenzione e concentrazione feroce agli altri esponenti della squadra. Certo Abate e De Sciglio possono blindare il reparto tradito proprio dagli esperti centrali, Zapata e Mexes, a Livorno. Ma non è certo la presenza di due esponenti alle prime armi a garantire il passaggio del turno.
Serve la musichetta e la tenuta dimostrata in Champions dove ha subito 6 gol in 7 partite, meno di uno a partita, contro i 23 in 15 turni di campionato, più di uno a partita. Eppure in Champions non ha schierato Thiago Silva!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.