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Braathen, nuovo fenomeno dello sci

Parla come un brasiliano, nei geni ha la bravura dei norvegesi

Braathen, nuovo fenomeno dello sci

Fenomeno di bravura, fenomeno di simpatia, personaggio in pista e fuori. Signore e signori, ecco a voi Lucas Braathen, il futuro dello sci. Vent'anni, papà norvegese e mamma brasiliana, a vederlo come si muove e come parla (urla) sembra più brasiliano, ma quando scia, beh, dubbi non ce ne sono, nei geni ha qualcosa dei campioni del nord che da decenni popolano la storia dello sci. Credo di essere stata una delle prime a intervistare questo ragazzo nato il 19 aprile del 2000. Era l'ottobre di un anno fa e Alex Kilde, il futuro vincitore della coppa generale, mi diede un prezioso consiglio: «Quello è veramente forte, vai a conoscerlo meglio». Detto e fatto, fu amore a prima vista. Quando nel primo gigante stagionale Lucas chiuse sesto col pettorale 40 corse da me e mi abbracciò: amica mia, hai visto che gara? Ne fece altre bellissime, la migliore fu lo slalom di Kitzbühel chiuso al 4° posto, e a fine stagione si ritrovò nei primi 15 del mondo in gigante.

Il tempo vola e siamo a ieri. Lucas è al via con il numero 13, scia fortissimo e dopo la prima manche è quinto a 24/100 dalla vetta. Il capolavoro lo fa nella seconda, andando a vincere la sua prima gara nonostante un clamoroso errore in fondo al muro. Mi sono veramente commossa guardandolo festeggiare da solo sul podio e poi con i compagni di squadra, con il suo mentore Kilde che ieri è caduto ma è rimasto a sostenere i compagni, perché la filosofia della squadra norvegese (salvo l'eccezione Kristoffersen) è che si è rivali solo dal cancelletto al traguardo. Lucas ha battuto per appena 5/100 un altro giovane fenomeno, Marco Odermatt, classe 1997: «Vicino a Lucas mi sento già vecchio!» ha detto lo svizzero, ma cosa dovrebbero dire allora Pinturault (4° a 3/100 dal podio), Kristoffersen (5°) e soprattutto Manfred Moelgg, 38 anni, che di Braathen potrebbe essere il padre? L'azzurro è stato in ogni caso ammirevole: in un gigante durissimo e al rientro dopo il grave infortunio al ginocchio dello scorso gennaio, ha chiuso 21°. Meglio di lui hanno fatto Luca De Aliprandini, 10°, e Giovanni Borsotti, 13°.

La coppa del mondo tornerà a far parlare di sé il 13 e 14 novembre con gli slalom paralleli di Lech-Zurs, sempre in Austria.

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