Buona la prima per Siena, ma l’Armani c’è

Buona la prima per Siena, ma l’Armani c’è

Uno sparo nel buio di Thornton e la Milano del basket torna bambina, mentre Siena le fa sentire sulla pelle il sale dell’Himalaya, ma anche chi comanda da sempre scopre che il nuovo entusiasmo Armani potrebbe anche rendere dura questa serie che al primo round dice 86-77 anche se non è tutto vero lo scarto. Armani in avaria contro i ribaltavapori di Pianigiani che prima manda Bo McCalebb (25 punti alla fine) ad esplorare le mammole difensive dell’odiato rivale, poi fa il suo capolavoro ridando fame, orgoglio a Bootsy Thornton (19),uno che qui aveva vinto tanto, poi aveva esplorato Barcellona incidendo meno e dalla Turchia se ne è tornato infelice. Sembrava un lusso, ma ieri le sue manette su Hairston (15) sono state la chiave per dare ai campioni in carica il primo punto nella corsa per arrivare al sesto titolo consecutivo.
Siena che poteva lasciare fuori Kaukenas, Milano che non aveva Fotsis in pratica dall’inizio. Ma non soltanto lui. Esame troppo difficile, provando di tutto, anche la zona finale, fino a trovare in Gentile l’uomo delle esplorazioni impossibili quando Siena sente la fatica (79-73 2 liberi sbagliati a 2’28’’ dal gong). La voce dei padroni di questo basket si sente fino alla Chiantigiana. Milano fa la figura dello studente un po’ guascone che giura di sapere ogni risposta, ma poi, sotto pressione, confonde i puntini con le aste, si fa tagliare le alucce da Bo Lester McCalebb, 19 punti dopo 20’, 5 assist, perde la battaglia fisica, usa lo zucchero e non il limone per togliersi da dosso i tentacoli della difesa senese. L’Emporio prova a tirare fuori dagli scaffali le bombolette spray, ma in una serata dove Siena tira male dalla media distanza, 2 su 10 da 3, serviva avere artigli pronti per azzannarla e invece ogni volta che Bo l’uomo di luce affondava il colpo le acque si aprivano.
Pagato tanto il primo quarto del vorrei ma non posso (26-17) perdendo Fotsis dopo 3’20 (distorsione caviglia sinistra), Milano proponeva i suoi giovani giannizzeri, più Radosevic di Melli, con Gentile a secco da 3, anche se testardo come un mulo, in ogni senso, limitava le palle perse, ma rivedeva anche la targa di Siena, arrivando ad 1 punto con Mancinelli. Siena scatenava il postino McCalebb che da solo faceva cadere i merli dalla torre di don Sergio e al riposo lungo era 51-42. Stessi rimbalzi, quasi identiche valutazioni di squadra (54-47), differenza vera nella consistenza difensiva. Il terzo quarto racconta troppe verità: Milano mostra i muscoli, ma fa soltanto falli, segna il primo canestro dopo 3’ e al quinto è sotto di 16. Quando nel ballo entra Bootsy Thornton con la maestà dei tempi in cui qui vinceva lo scudetto per l’Armani è tempo di rimettersi a pettinare le bambole: 71-58.
Nel quarto tempo i conti sembrano tornare più a Scariolo che al suo rivale: Milano ci prova fino in fondo, si piega, ma non si spezza.

Buono a sapersi diceva quel vescovo di Roma scoprendo che il ciabattino Pasquino sapeva scrivere. Milano ha qualcosa da dire, anche se deve inchinarsi alla sentenza da tre del vecchio Thornton. Ci si ritrova domani per gara due sempre qui,nella savana dove le tigri non sembrano essere solo in maglia Montepaschi.

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