Il cardinal Prandelli dal Papa. Ma per Balo è una via Crucis

Il ct ecumenico oggi in Vaticano: "Un'emozione più forte di qualsiasi partita". Timori per l'attaccante, stop in allenamento: versamento al ginocchio operato

Il cardinal Prandelli dal Papa. Ma per Balo è una via Crucis

Roma - Ecumenismo imperante nel primo Italia-Argentina dopo 12 anni. Ritiro congiunto per le nazionali; visita a Papa Francesco - a lui si deve il vernissage dell'Olimpico -; presidenti di federazioni, ct e capitani insieme nel promuovere in Vaticano un'iniziativa di solidarietà nelle scuole; perfino la contemporaneità nella partenza dei pullman che accompagneranno le squadre allo stadio.

«Un altro calcio è possibile», lo slogan che pare lanciare Cesare Prandelli per la sfida più inconsueta della sua carriera. «L'emozione dell'incontro con il Papa è più forte di una partita, perchè in campo ci andiamo quasi ogni giorno, ma certe occasioni capitano una volta nella vita. La sua bellezza è che anche i non credenti sono scossi dalle sue parole», la riflessione di Prandelli. Stamani sarà uno dei 200 fortunati (100 per delegazione) che varcheranno le porte della Sala Clementina e incontreranno Bergoglio. Al quale sarà regalata una maglia azzurra con il nome Francesco, un pallone con tutte le firme e un'altra sorpresa non svelata.

«Santo Padre, la aspettiamo all'Olimpico». Se non sarà vinto dall'emozione, Prandelli rivolgerà nell'occasione quell'invito che tutti hanno in testa e nessuno osa evocare. Un innocente desiderio inespresso, visto che questo Papa ha spesso rotto gli schemi e ribaltato le previsioni. Nota è la passione di Bergoglio per il calcio: sostenitore del San Lorenzo de Almagro (oggi in udienza ci sarà anche il presidente), squadra di Baires fondata da un salesiano e che veste i colori del mantello della Madonna, il Papa ha ancora la tessera n.88235. Ma Padre Lombardi ha detto chiaramente che non sarà in tribuna.

Se il primo desiderio sembra dunque irrealizzabile, il secondo pare possibile. «Lo spirito della partita deve essere di festa - ha sottolineato Prandelli - per dare il benvenuto al Santo Padre, cercando di offrire qualcosa di particolare dal punto di vista tecnico a chi verrà allo stadio. Insomma, uno spettacolo senza esasperazioni, con contrasti di gioco veri, ma senza cattiveria». Per intenderci, niente razzismo o nasi rotti, come visto nelle amichevoli estive.

Poi c'è l'aspetto tecnico, in fondo si sfidano quarta e sesta forza del ranking Fifa. Il ct ha convocato anche i giocatori di Lazio e Juve (Barzagli, alle prese con la tendinopatia, andrà a casa) nonostante la sfida di Supercoppa: «Vorremmo dare continuità al lavoro della Confederations e avere equilibrio in molti minuti di partita».
Curiosamente, nella sfida più «buona» del mondo, Prandelli avrebbe voluto affidarsi ai bad boys Osvaldo e Balotelli. Ma il rossonero, uscito dal campo in anticipo durante il primo allenamento per un versamento al ginocchio operato, potrebbe tornare a Milano per non rischiare di saltare l'esordio rossonero in Champions. «Questa coppia (squalificata per la sfida di qualificazione mondiale del 6 settembre con la Bulgaria, ndr) fece cose notevoli in attacco con il Brasile a Ginevra», così il ct che ora potrebbe schierare Insigne al fianco del romanista. «Osvaldo? L'ho visto determinato, abbiamo parlato di quanto accaduto (l'esclusione dalla Confederations, ndr)».

E a chi chiede al ct se direbbe sì a un eventuale invito al Gay Pride, al quale ha

aderito di recente l'Olanda, replica: «Lo stesso Papa ha risposto "chi sono io per giudicare un gay?". Da solo non andrei, ma con gli azzurri e i giornalisti al seguito sì...». Finale ecumenico, non poteva essere altrimenti.

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