C'era una volta la F1 di papà che prendeva per mano il proprio figlio, si caricava sulle spalle uno zainetto ed era agosto e faceva caldo e però una giornata al parco di Monza a vedere i test e «guarda piccolo mio come stacca all'ultimo quel brasiliano di nome Ayrton sulla Toleman...». C'era una volta la F1 che portava famiglie e amici e fidanzati in giro per il parco e dentro il paddock e faceva poco rumore perché era già formula turbo ma in giro non si sentivano sciocchezze sul rumore che manca. Era una F1 che con le prove delle squadre s'imprimeva nel cuore dei ragazzini, facendosi guardare e partecipare.
C'era una volta, non c'è più. Oggi autodromo vuoti e audience a picco. Perché i ragazzini di allora hanno più o meno 40 anni e rappresentano la fetta più giovane di un pubblico di vecchi appassionati. Colpa della F1 che si è arroccata ricca nella propria cittadella mega milionaria a spartirsi gli introiti tv e a partorire regole assurde per risparmiare, senza capire che il mondo cambiava. Per cui via i test e piloti chiusi dentro simulatori milionari a provare assetti come in mega videogiochi. Ovvio che poi i bambini abbiano detto a papà «piuttosto che portarmi al Gp, comprami la playstation, tanto è uguale alla F1».
E ora eccoli, i tardivamente illuminati o i finalmente rinsaviti, ecco gli Ecclestone, i Montezemolo, i boss dei team correre ai ripari. A Budapest, sabato, si sono riuniti i rappresentanti delle squadre. Speriamo fossero consci che si trattava della loro ultima occasione per invertire la tendenza. Perché va sfruttato il momento, perché i Gp adesso sono uno spettacolo di sorpassi e rimonte e bravi piloti che gestiscono macchine complicate. Domenica la riprova. Sono tre Gp di fila che va così. Ma il pubblico, quello più importante, dei giovani, quel pubblico non lo sa e si è disperso e va rintracciato per raccontargli quanto sia tornata bella la F1. Da qui l'idea del working group per aumentarne la popolarità. Domani a Londra un altro incontro fra Ecclestone e i team principal dei top team, per cui Wolff (Mercedes), Horner (Red Bull) e Mattiacci (Ferrari). Presente il delegato Fia Whiting. Invitato Briatore, ma non ancora certo visto che il fronte inglese dei team non gradisce. Venti giorni fa il manager italiano, che nel working group dovrebbe anche occuparsi della parte commerciale e new media, proprio al Giornale aveva illustrato diverse idee: «Gp più corti, due manche di 50 minuti, la seconda con i primi 6 a griglia invertita. E pista bagnata artificialmente per esaltare le doti dei piloti». Francamente troppo. Basterebbe concentrarsi sui punti illustrati sabato: la reintroduzione dei test; più libertà di sviluppo, riduzione del prezzo dei biglietti. Il tutto convincendo Ecclestone ha investire più risorse nella promozione.
Sui primi due punti la Ferrari insisterà parecchio. Per tornare a provare sui propri circuiti e per mettere mano alle power unit. Vincendo questo battaglia, farebbe il bene suo e quello dei tifosi che potrebbero tornare negli autodromi a vedere F1 sfrecciare. Basta che da Maranello la piantino con la storia dei rumore che manca; o della formula per tassisti con i piloti costretti a risparmiare benzina. Ma avete visto che razza di gare stanno invece scodellando i tassisti?
Perché forse era voluto, forse è solo un gran colpo di , ma la formula turbo ibrida fortissimamente voluta da Jean Todt, il capo della Fia, è uno spettacolo quasi perfetto. Fatto di strategie, di coraggio dei piloti e, al momento, di ottime gomme di una rinsavita Pirelli. Pensateci: non servirebbero neppure più le ali mobili.
Senza, Alonso, negli ultimi giri dell'Hungaroring, avrebbe venduto cara la pelle a Ricciardo. E poi, ora che la Mercedes ha annunciato che non darà più ordini ad Hamilton e Rosberg, avete idea di che razza di super show ci attende?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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