Chaves e Kruijswijk gran futuro. Valverde fuori tempo massimo

Il Giro va in archivio e già ne sentiamo la mancanza

Chaves e Kruijswijk gran futuro. Valverde fuori tempo massimo

Il Giro va in archivio e già ne sentiamo la mancanza. Come sempre, ognuno si porta nel cuore la propria immagine, il proprio gesto atletico. Per quanto ci riguarda nel complesso è stato un bel Giro, ricco di emozioni, fin dal via dall'Olanda (voto 10). Si parte con Dumoulin, che poi torna a casa quasi subito (voto 6). Lo stesso fa Kittel con due volate di tappa (voto 6,5). Infine Greipel, che fa le valigie dopo aver vinto tre tappe e prima delle montagne (voto 7).

È un'edizione bella e completa, nella quale c'è tutto. Mauro Vegni (voto 8), direttore del Giro, lo confeziona a regola d'arte, anche se lui per primo sa che le corse le fanno i corridori. E in questo caso i corridori fanno tanto e bene: W tutti.

Vincenzo NIBALI: 10 e lode. Il Giro lo vince prima ancora di partire, e lo perde correndolo fino alle Dolomiti. Liberata la mente da cattivi pensieri e sinistri presagi, nelle ultime due tappe alpine si esalta: quelle più adatte a lui. Lassù, a quasi 3mila metri, prende il volo. Quando agli altri viene a mancare il respiro, lui soffia la rosa a Chaves.

Esteban CHAVES: 8. Il piccolo e giovane colombiano dopo un quinto alla Vuelta si porta a casa un prestigioso secondo posto al Giro. È il campione di domani, ma oggi è sicuramente campione di sportività: «È solo l'inizio, ho perso da Nibali: un fuoriclasse».

Alejandro VALVERDE: 8. A 36 anni era all'esordio al Giro. Ottiene il podio e una bellissima vittoria di tappa ad Andalo, il giorno più triste e buio per Nibali. «Questa è la corsa più bella del mondo, dovevo venire prima». Ti aspettiamo ancora.

Steven KRUIJSWIJK: 8. Perde il Giro per una stupidaggine: va in affanno sul colle dell'Agnello e perde lucidità in discesa, commettendo un errore banalissimo ma fatale. Con una costola incrinata, finisce il Giro quarto. Quest'anno è lui a soffrire, ma dall'anno prossimo saranno gli altri.

Gianluca BRAMBILLA: 8. Vince la tappa di Arezzo e veste anche la rosa per due giorni. Poi sfacchina per tre settimane: li chiamano gregari. Ma questo è molto di più.

Giulio CICCONE: 8. È tra i più giovani del gruppo, con i suoi 21 anni. Al primo Giro l'abruzzese vince a Sestola. Non male per un novizio.

Diego ULISSI: 8. Si porta a casa due tappe, una più bella dell'altra. E poi si diverte divertendo.

Matteo TRENTIN: 7.

Vince in modo rocambolesco la tappa di Pinerolo, riacciuffando a 300 metri Brambilla e Moser: cecchino.

Domenico POZZOVIVO: 4. Delude il piccolo scalatore lucano, sempre fuori dai giochi. Molto male anche il nostro Davide Formolo, così come Uran e Majka, al di sotto delle aspettative.

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