Il ciclismo italiano rischia di restare senza corse

L'allarme degli organizzatori: "Non ci sono più soldi". In otto anni dimezzate le gare

Antonio Nibali al campionato italiano: si farà ancora?
Antonio Nibali al campionato italiano: si farà ancora?

Ieri a Donoratico si è corso. È andata in scena una gara di ciclismo, riservata alla categoria dei professionisti, con il 41enne Alessandro Petacchi e Damiano Cunego a rendere più splendente il "roster" dei partenti. La notizia non è tanto data da chi ha vinto il Gp Costa degli Etruschi (Manuel Belletti in volata), ma sta tutta racchiusa nel fatto che è stata organizzata una corsa: un gesto che ha dell'eroico.

I corridori se ne vanno, e le corse evaporano. Fuga di gambe pregiate, da Nibali in giù; corse che spariscono per mancanza di fondi, che spingono il movimento ciclistico italiano, sempre più a fondo. «Ieri, nonostante si gelasse, sulle strade di Donoratico c'erano tantissimi appassionati - ci ha spiegato Amici - a conferma che il ciclismo piace, è molto praticato e seguito come sempre. Ma oggi mettere in scena certi eventi è sempre più complicato, sia dal punto di vista burocratico che economico. Qui a Donoratico la politica ha capito le potenzialità del ciclismo come strumento di comunicazione e promozione turistica del territorio, ma molti comuni devono fare i conti con altre emergenze e altre priorità».

L'economia arranca, la disoccupazione cresce, gli enti pubblici hanno le casse vuote, vuoi per gestioni allegre o per dei patti di stabilità che non permettono o non consentono più certe spese.

La Rcs Sport, struttura organizzativa di casa Gazzetta, ha già fatto sapere che quest'anno non sarà proposta Roma Maxima (ex Giro del Lazio), così come il Piemonte e in forte dubbio c'è anche la Milano-Torino, la gara italiana più antica in assoluto (1876 la prima edizione). Il Gp di Camaiore si ferma, e entra a far parte del progetto Tirreno-Adriatico (ospiterà la prima tappa della corsa dei due mari) e lo stesso è successo al Trofeo Melinda, che da gara di un giorno, andrà a dare una mano come partner al Giro del Trentino a tappe. Larciano e Giro di Toscana si fermano e in forte dubbio sono corse storiche come Appennino e Prato. Insomma, la situazione è delicatissima. Il calendario negli ultimi dieci anni ha subito una contrazione sensibile: da 39 gare nel 2006, siamo passati alle 21 di quest'anno, ma questo numero potrebbe però scendere di altre unità se verranno confermati gli stop di Toscana, Prato e Appennino.

«Anche noi che abbiamo vinto la gara per organizzare il prossimo mese di giugno il campionato italiano professionisti e donne - spiega Antonio Bertinotti dell'Ac Arona -, ci siamo dovuti guardare attorno e chiedere una mano agli amici della Legnanese, che oltre ad organizzare a settembre la loro coppa Bernocchi (fa parte del Trittico Lombardo con Agostoni e Tre Valli, ndr), ci daranno una mano per mettere in scena la sfida tricolore. E a loro spetterà curare la sede di partenza della sfida che varrà la maglia tricolore (arrivo previsto sul colle di Superga, a Torino, ndr)».

Ma quanto costa organizzare una gara per professionisti? Le cifre non sono da capogiro, ma sono in ogni caso importanti. Con meno di 120 mila euro, una gara per professionisti non la si può mettere in scena. «Ma se al via si vogliono corridori di rango e squadre di prima categoria (come l'Astana di Nibali, ndr), le cifre lievitano tranquillamente sui 180 mila euro a gara», ci spiega Adriano Amici anima del Gs Emilia.

«Se poi si vuole promuovere bene l'evento, e si ha la necessità anche di produrlo a livello televisivo, si lievita fino ai 250 mila euro», aggiunge Roberto Damiano presidente della Legnanese.

Nibali e compagnia hanno pedalato nel deserto di Dubai, tra sole e petrodollari. Da noi, il deserto, è nei calendari.

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