Ci riproviamo, con Fabio Aru, sardo e bergamasco d'adozione, che queste strade conosce bene. Ci riproviamo con uno dei migliori talenti nostrani e mondiali delle corse a tappe, lui che a soli 24 anni ha ottenuto quest'anno al suo secondo anno da professionista un terzo posto al Giro e un quinto alla Vuelta. Non vinciamo una classica monumento dal 2008: proprio il Giro di Lombardia con Damiano Cunego. Oggi, con l'edizione numero 108, da Como a Bergamo, ci riproviamo con un piccolo grande cacciatore di grandi giri.
«Parto convinto di poter far bene - ci ha raccontato il giovane campioncino dell'Astana -. Mercoledì alla Milano-Torino mi sono testato. Ho fatto una prova generale e il quarto posto ottenuto davanti a Contador mi ha dato indicazioni importanti. Oggi sarò lì a giocarmela con il neo campione del mondo Kwiatkowski, con Alberto (Contador, ndr ), Valverde, Philippe Gilbert e Purito Rodriguez. Ma non solo, perché ci saranno anche corridori come Giampaolo Caruso (vincitore della Milano-Torino, ndr) e anche i due protagonisti del Tour: i francesi Jean Christophe Peraud e Thibaut Pinot, rispettivamente secondo e terzo classificato alla Grande Boucle, appena dietro a Vincenzo (Nibali non c'è, in quanto impegnato in una corsa in Kazakistan, ndr )».
Da Como a Bergamo: per un bergamasco adottivo è una grande occasione
«È vero anche questo. Avrò dalla mia parte tanti tifosi. Io sono cresciuto ciclisticamente in Lombardia e nella Bergamasca in particolare, tanto è vero che ancora adesso abito a Ponte San Pietro. Conosco le strade, conosco benissimo il finale di questa classica che è una delle corse più dure del calendario mondiale, la più giusta e nobile assieme alla Liegi-Bastogne-Liegi. Vincerla per me sarebbe un sogno».
Il percorso pare però sulla carta un po' meno esigente del solito: solo 3.000 metri di dislivello
«Nel complesso può sembrare meno selettivo, ma il finale è molto duro e complicato: gli ultimi 50 chilometri sono da togliere il fiato a chiunque. Il Ghisallo, il Colle dei Pasta (413 m), il Colle Gallo (763 m) e il Passo di Ganda (1060 m).
Poi il Berbenno (695 m) a 26 km dall'arrivo e infine lo strappo fin su a Colle Aperto, prima di piombare giù al Sentierone non è uno scherzo. Questa è una gara sincera: la vincono solo i campioni». Allora, Fabio provaci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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