Eccolo, il Conte furibondo. O comunque insoddisfatto. Non potrebbe essere altrimenti, visto che i due punti lasciarti a Verona assomigliano tanto a un quasi match point buttato via: «Non ci sono spiegazioni. Le gare durano novanta minuti e oltre, non quarantacinque e basta. Alle disattenzioni è difficile porre rimedio: così vanifichiamo tutto quanto fatto». Ovvero un primo tempo dominato, con la partita che pareva chiusa dopo una ventina di minuti. Poi, un po' di narcisismo e il gol di Toni hanno messo il tutto di nuovo in discussione fino al pareggio in pieno recupero. Sotto accusa ci finisce tutta la squadra, non un singolo reparto: «Si poteva fare molto meglio ovunque. Rimango perplesso, perché essere padroni del gioco per metà gara e venire poi raggiunti in questo modo, per l'ennesima volta su calcio da fermo, non posso assolutamente accettarlo. Era già successo con l'Inter di subire un gol e andare nel panico. Bisogna fare attenzione e basta: qui c'entrano poco le tattiche o lo studio degli avversari. Onore al Verona, che comunque ha creato poco». Non è di sollievo nemmeno il fatto che la Roma sia stata fermata dalla Lazio: non lo è proprio perché la Juve aveva in tasca un altro bonus da fare fruttare al meglio. «Questa è un'occasione persa. Potevamo rimettere la patita in gioco solo noi: non ce l'avevamo fatta in precedenza, adesso è successo. Prendiamo coscienza del fatto che il campionato non è vinto: negli anni passati abbiamo vinto con cattiveria, rabbia e forza. Non sarà facile ripetersi».
Ci si aspetta una settimana di fuoco e fiamme, in attesa del Chievo da ospitare domenica prossima: «Turnover? Farò le mie valutazioni, serenamente. Il posto bisogna guadagnarselo e tenerselo stretto, non esistono titolari a prescindere. Le motivazioni? Quelle devono essere sempre a mille, altrimenti succede quel che succede. Questo pareggio ci servirà come bagno d'umiltà: può essere utile».
Arrabbiato pure Tevez, malgrado la doppietta: «Non posso essere felice per i gol, a me interessa lo scudetto non la classifica cannonieri. Nella ripresa ci è mancata intensità e il Verona ha avuto più coraggio. La vera Juve non gioca così».
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