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Conte schiera il tridente ma l'Inter resta in Coppa con l'eurogol di Barella

Sanchez, Lukaku e Lautaro dal 1' e senza reti Perla del centrocampista appena entra Eriksen

Conte schiera il tridente ma l'Inter resta in Coppa con l'eurogol di Barella

Milano Il momento più atteso dai tifosi dell'Inter, nel quarto di finale contro la Fiorentina, scocca al minuto 21 del secondo tempo: fuori Sanchez (poco male), dentro Eriksen. Un boato assoluto: la festa può cominciare. Detto fatto e nell'azione immediatamente successiva Barella segna il gol del 2-1 che vale la semifinale contro il Napoli. Candreva centra l'ennesimo pallone, Ceccherini respinge di testa, Barella al volo spara un destro imparabile per Terracciano. Eriksen non entra nell'azione, ma porta per lo meno fortuna. E a Conte tanto basta per allontanare i fantasmi e le fatiche dei supplementari e l'incubo dell'eliminazione.

Lukaku in campo a sorpresa (nessuno reclami poi se è stanco, tra un mese; nemmeno Conte), e come detto c'è anche Sanchez, schierato in appoggio ai due gemelli del gol (stavolta a secco, peraltro). Il cileno sostanzialmente non la becca mai: si sbatte, corre e rincorre per quanto può, ma la posizione non è per lui, per lo meno non ora. Nella Fiorentina, torna titolare Badelj (prima volta con Iachini), ma anche lui ha il fiato corto (dopo 12' già risulta piegato sulle ginocchia, nel tentativo di recuperare la respirazione), nonostante il ritmo sia tutto fuorché infernale.

Il primo tempo è soporifero: un tiro per parte (4' Lirola a fil di palo; 28' Vecino in bocca a Terracciano) fino al gol di Candreva, furbo ad approfittare degli errori altrui. Prima è l'esausto Badelj a farsi anticipare da Vecino, poi Ceccherini (nonostante un comodo vantaggio) a scivolare su Martinez: nasce un rimpallo, sul quale il nerazzurro è bravo ad anticipare tutti, impallinando Terracciano.

Fiorentina coperta: tutti (anche Chiesa e Vlahovic, in campo al posto del previsto Cutrone) dietro la linea del pallone, quando l'iniziativa è dell'Inter. E in realtà le occasioni per il contropiede non mancherebbero, se l'ultimo (e più spesso anche il penultimo) passaggio fossero precisi. Chiesa gioca l'ormai suo consueto calcio pretenzioso, senza mai avvicinarsi ad Handanovic. Un giocatore che va recuperato (o che forse deve semplicemente cambiare squadra).

Seconda da titolare per Ashley Young, stavolta a sinistra: almeno 3 volte perde un tempo di gioco per portarsi il pallone sul destro e crossare. Dall'altra parte, Candreva (gol a parte) è tra i migliori dell'Inter, anche fisicamente. Vedremo Moses (in campo nell'ultimo quarto d'ora), ma la sensazione è che Candreva e D'Ambrosio ne giocheranno ancora parecchie. Come Vecino, sceso dall'aereo per Liverpool e subito in campo.

In avvio di ripresa, Viola costretta ad allungarsi e Martinez scatenato. L'Inter sfiora 4 volte il raddoppio (soprattutto Vecino, di testa: 13', prodezza di Terracciano), ma dopo un quarto d'ora viene punita da Caceres che dopo un angolo - salta proprio su Martinez (fallo?), battendo l'attonito Handanovic. In campo anche Cutrone, insultato dallo stadio per il passato milanista. Ritrovato il vantaggio con Barella (migliore in campo), l'Inter gestisce il finale senza affanni. Eriksen trova il tempo per il primo tiro (34) e il primo assist (37' st, Martinez segna, ma è in fuorigioco).

Domenica potrà cominciare dall'inizio.

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