Un anno dopo è un secolo dopo. Perché, ad Assen, Marquez è il campione in carica e non più un baby prodigio. Perché Rossi è un martello da podio in configurazione vittoria: nel senso che da quattro gare di fila ci sale sopra e da quattro gare assaggia scampoli di successo. E perché qui, un anno fa, ci vinse, rompendo il digiuno disastroso che durava da tre anni. E sempre qui, un anno fa, Lorenzo giunse quinto dopo aver emozionato il mondo, correndo con la spalla operata il giorno prima. Magie di questi pazzi che vivono a trecento all'ora.
Ora la poesia non c'è. Perché sull'Honda missile c'è un Marquez che ha serenamente rinunciato alla pole, è secondo, dopo che già a Barcellona aveva interrotto la striscia di miglior tempi consecutivi. Non ha invece alcuna intenzione di vedersi stoppare quella dei successi. Diversi i motivi: oltre all'ovvia ingordigia della razza pilota, il fatto che conquistando l'ottava vittoria superi per numero il Vale Rossi a sette, affiancando un tale di nome Mike The Bike Hailwood vuol dire molto. Perché sarebbero otto centri consecutivi come il mito inglese, ma ottenuti più giovane: 21 anni contro i 24 di Hailwood. Ma ci sono altre ragioni: perché a quota 10 c'è Mick Doohan, anno 1997, e perché la strada per la vetta è ancora lunghissima visto che in cima sta Agostini: 20 trionfi tra il '68 e '69.
Meno poesia rispetto allo scorso anno anche in casa Yamaha. Valentino non è più in rodaggio, ma punta decisamente ad essere, almeno nei risultati, la prima guida del team. Non a caso, gli sono girate parecchio l'altro giorno per lo sgarbo della marmitta. Una a lui, due a Jorge: «Così ho scoperto che il numero uno è lui» è sbottato. Questo mentre Lorenzo è lontanissimo dalle vette dolorosamente poetiche del 2013, quando cadde in prova, volò a Barcellona per farsi operare, tornò in tempo per il warm up, corse e chiuse a punti. Poesia talmente dolorosa che quasi quasi non vuole ricordarla: «Resto orgoglioso di quel giorno. Sarà per sempre la gara più emozionante della mia vita, ma ora siamo in un'altra stagione...». Soprattutto in una Yamaha diversa. Dove Jorge deve tornare a vincere se vuole riprendere le redini del team e, magari, strappare un rinnovo contrattuale che al momento vede la paghetta ridimensionata.
In mezzo a questa tempesta di sentimenti, lo scroscio di ieri che ha ucciso le qualifiche. A pochi secondi dall'apertura della Q2, è iniziato a piovere. Pole a Espargaro Aleix, la prima per le Open con l'aiutino: lui gomme soft, gli altri della MotoGp le medie. Secondo Marquez. «Non ho voluto rischiare». Solo 9° e 12° Lorenzo e Rossi («spero nell'asciutto e ho un buon passo»). Anche loro non hanno voluto rischiare.
Incredibile Alysia Montano: la statunitense ha corso gli 800 metri ai Trials Usa di atletica, pur essendo alla 34esima
settimana di gravidanza. Cinque volte campionessa nazionale, ha chiuso in 2'3213, quasi 35 secondi più lenta del personale. «Ho corso per tutto il periodo della gravidanza e mi sentivo davvero bene», ha detto la 28enne atleta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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