Cortocircuito Inter. La carambola del Toro manda Spalletti in tilt

Un gol di Izzo beffa i nerazzurri senza reti nel 2019. Adesso tutti sono in discussione

Cortocircuito Inter. La carambola del Toro manda Spalletti in tilt

La maledizione dell'ex allenatore colpisce ancora una volta l'Inter, che cade a Torino e si fa male. Merito di Mazzarri (2 vittorie in casa e un pareggio a San Siro nei 3 scontri diretti con la ex squadra), ma soprattutto demerito dell'Inter, che continua a passo di gambero la sua camminata verso la prossima Champions. Terzi in classifica, solo perché gli altri fanno peggio.

È la sera dei flop, tanti che nemmeno si contano: Lautaro ha di fatto l'unica palla gol dell'Inter (4' pt) e la sbaglia netta. Poi spreca il resto della serata rincorrendo se stesso più che il pallone. Icardi (quinta di fila senza gol, record personale al contrario) se possibile fa persino peggio. Zero occasioni, zero tiri, zero tutto. Nainggolan parte in panchina, entra e nessuno se ne accorge. Politano, escluso in partenza per fare spazio a Lautaro, entra per ultimo ed esce per primo, espulso per proteste presumibilmente mixate a qualche insulto all'arbitro Maresca. Spalletti, senza l'insofferente Perisic, si mette a specchio contro il Toro, convinto forse che la sua squadra sia la più bella, se non del reame almeno della partita. Si sbaglia e paga, anzi perde. Mazzarri vota Zaza ed esclude Iago Falque. Il Toro ha un centravanti capitano che è un leone: Belotti annacqua forse nella lotta il puro senso del gol, le statistiche ne risentono, ma la squadra se ne giova assai. L'Inter ha un omologo di ruolo che ha segnato la metà di un anno fa (9 gol contro 18) e certo non è per la lucidità smarrita dal gran correre. Le uniche feste a casa Nara, aspettando i soldi del rinnovo, sono quelle quasi settimanali di compleanno. Mazzarri gioca come sempre: all'Inter poteva non piacere, al Toro può bastare. Per un'ora (finché Spalletti non prova a sparigliare con il Ninja) marca a uomo i centrocampisti nerazzurri: Ansaldi soffoca Brozovic, Rincon corre dietro a Joao Mario, Lukic spegne Vecino. Il gol che vale la vittoria del Toro (la seconda nelle ultime 6 partite) non arriva però in contropiede, ma da calcio d'angolo e la colpa dell'Inter è quindi più grande: la testata di Izzo è sporcata da D'Ambrosio, ma la dormita sulla palla molle di Ansaldi è generale.

Nello stadio dedicato a Valentino e i suoi compagni (in tribuna Sandro Mazzola), quest'anno avevano già vinto Juventus, Napoli e Roma (oltre al Parma): anche per questo il tonfo dell'Inter è rumoroso e può fare danni, come la gestione del caso Perisic («ci ha chiesto di andarsene» la conferma in sintesi del Marotta pensiero), che poi è probabilmente la ragione vera che ha spinto Spalletti al cambio di modulo e al sacrificio in partenza di Politano.

Che succede se da domani a giovedì sera non si trova la soluzione che accontenti club e giocatore? L'affare può pericolosamente ingrossarsi e solo un passo indietro dell'Inter (sì al prestito senza obbligo di acquisto) può facilitarne la soluzione.

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