Le esclusioni eccellenti sono uno dei tormentoni della vigilia di ogni grande competizione. Tra i vari Icardi, Nainggolan, Morata, Benzema e Sané, tutti i nomi destinati ad accendere dibattiti e generare (forse) postumi rimpianti, questa volta l'elenco regala due figure eccellenti. Non tanto per il nome del calciatore in sé, quanto per ciò che ha rappresentato per la sua nazionale. In due parole: gli ha permesso di sollevare una coppa. Lo ha fatto Mario Götze per la Germania nel 2014, decidendo la finale Mondiale contro l'Argentina, e Ederzito António Macedo Lopes, detto Eder, due anni dopo per il Portogallo, risolvendo ai supplementari l'ultimo atto dell'Europeo 2016 contro i padroni di casa della Francia. Parabole simili per due storie molto differenti: Götze la stella cadente del calcio tedesco, Eder il re per una notte che tale è rimasto.
Il declino di Götze è iniziato nella stagione successiva al suo Mariocanazo del 13 luglio 2014. Dopo un primo anno al Bayern Monaco tutto sommato accettabile (14 gol, 13 assist), il talento di Memmingen è rapidamente diventato una figura marginale nel club bavarese, vittima di un mix tra infortuni, cali di forma e difficoltà nel reggere la pressione derivante dall'elevata competitività in casa Bayern. Ma anche il tanto agognato ritorno al Borussia Dortmund la scorsa estate non è riuscito a invertire la tendenza e, a dispetto dell'impiego in un ruolo più avanzato, la stagione si è chiusa con due soli gol in 32 partite. L'unica oasi di pace rimaneva la nazionale, dove per lui il ct Joachim Löw aveva sempre disatteso il principio della performance alla base delle sue convocazioni (vengono chiamati solo coloro che giocano di più e meglio nei rispettivi club). Ma lealtà e riconoscenza non possono durare in eterno e, dopo aver disputato solo 45 minuti nelle ultime 18 uscite della Mannschaft, Götze è stato escluso da Russia 2018. «Adesso vada in Cina», lo ha consigliato Lothar Matthäus usando la tradizionale mancanza di diplomazia che lo ha sempre caratterizzato.
Su Eder per contro nessuno ha mai nutrito grandi aspettative. Discreto realizzatore ai tempi del Braga, la convocazione a Euro 2016 era arrivata dopo una stagione da 0 reti nello Swansea. Dopo l'exploit francese ha tentato l'avventura in Ligue 1, nel Lille, per poi finire alla Lokomotiv Mosca, ma le medie realizzative sono sempre state deludenti, tanto che già nella Confederations Cup 2017 gli fu preferito Andrè Silva.
Nulla è cambiato da allora; così tra i 10 giocatori campioni d'Europa (tra cui Nani e Renato Sanches) non confermati dal ct Fernando Santos per la spedizione in Russia è finito anche l'uomo che ha regalato al Portogallo il suo primo grande titolo internazionale.
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