Che sia stata vera gloria o meno, lo si scoprirà presto. La Juventus dilagante a Barcellona è piaciuta a chiunque abbia visto la partita: squadra corta e organizzata, pronta ad andare a caccia del pallone in ogni zona del campo, stretta dove serviva esserlo per evitare che Messi trovasse spazio e con l'adrenalina giusta dal primo all'ultimo minuto. Più o meno perfetta, ecco. Decisamente diversa da quella che all'andata era stata quasi ridicolizzata dai blaugrana, stravolta dallo stesso Pirlo negli uomini e nell'atteggiamento: Cuadrado avanzato sulla linea dei centrocampisti è stato per esempio fondamentale al pari di Ramsey finto esterno sinistro, così come l'essersi affidato in mezzo a McKennie e Arthur invece che a Bentancur e Rabiot, sovrastati allo Stadium dove peraltro mancavano Ronaldo (covid) e De Ligt. Ne è venuta fuori una Juve più agile e capace di fare girare il pallone rapidamente, cercando gli spazi dove inserirsi con uomini veloci di piedi e di testa. E se Chiesa e Kulusevski sono finiti in panchina proprio per fare spazio a Cuadrado - più che mai uomo in più di questa prima fase di stagione - magari sarebbe giusto porsi l'interrogativo sulla bontà del mercato estivo bianconero: la risposta, appunto, arriverà strada facendo. Anche perché se il colombiano dovesse avanzare stabilmente il proprio raggio d'azione, il reparto difensivo perderebbe a quel punto un interprete e la coperta si farebbe corta da un'altra parte. Poi, certo, vincere aiuta a vincere e la Signora è tornata in Italia con la testa sgombra da cattivi pensieri e il morale a mille: adesso si tratta di continuare sulla stessa strada, imboccando anche in campionato la via del gioco e non solo quella dei risultati striminziti tipo il derby vinto sabato scorso. Da domenica prossima a martedì 22, in rapida successione, Bonucci e compagni se la vedranno a Genova contro i rossoblù penultimi in classifica, poi con l'Atalanta mercoledì allo Stadium, quindi andranno a Parma e riceveranno la Fiorentina: se ne verrà fuori filotto di vittorie Pirlo potrà convincersi di avere trovato la quadratura del cerchio, in caso contrario quella di Barcellona potrebbe essere stata la vittoria di Pirro. Un po' fine a se stessa, ecco, per quanto esaltante.
In mezzo a tutti i peana e gli elogi che hanno accompagnato il successo del Camp Nou, un minimo di dubbio è peraltro giusto mantenerlo. Non fosse altro perché la classifica della Liga è lì che parla: Barcellona nono, 14 punti in dieci partite, meno sei dal Real (che ha comunque disputato una partita in più) e soprattutto meno dodici dall'Atletico Madrid capolista. Scesa in campo, la squadra di Koeman, senza un filo logico che fosse uno e con giocatori tutti votati all'offesa come se non ci fosse un domani.
Insomma: Pirlo e la
Juve hanno fatto pienamente il loro dovere e meritato il primo posto nel girone, ma nel campionato italiano nessuno stenderà loro il tappeto rosso né gli faciliterà il compito con atteggiamenti tattici scriteriati. Si vedrà.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.