L'Aprilia campione del mondo che vince gara uno con Guintoli al debutto con l'italiana e il compagno Laverty a seguire e poi Fabrizio su stessa moto ma del team satellite. E poi. E ancora. L'Aprilia che cambia l'ordine degli addendi in gara due però ovviamente il risultato non muta per cui da tripletta a doppietta primo Laverty e secondo Guintoli davanti a Melandri su Bmw. E poi. E ancora. Biaggi campione del mondo in carica proprio con la moto italiana che ora fa il commentatore e che non va per niente malaccio durante la sua prima volta ai microfoni. Il bilancio della trasferta italiana in quel di Phillip Island, Australia, prima tappa del mondiale Superbike, è molto più che buono. Manca solo all'appello la Ducati di Carlos Checa, uomo di punta della squadra emiliana che con la Panigale aveva, sabato, centrato la superpole con un tempo (1.30.234) che a confrontarlo con quello di Valentino Rossi e la Gp12 lo scorso anno (1.31.661) e con la pole firmata da Casey Stoner e dalla Honda (1.30.140), avrebbe garantito al 40enne spagnolo la prima fila. Roba da matti!
Ma Carlos, nel senso di Checa, in queste settimane ha deciso, non si sa bene per quali motivi, di affrontare un cammino espiatorio per cui ai problemi intestinali che lo portarono in ospedale durante i test e al volaccio dell'altro giorno ha aggiunto il botto a inizio di gara 1, quando stava lottando con Melandri per la terza piazza. Botto che ha riportato lui in ospedale con una commozione cerebrale e tolto dalla manche il povero Marco.
Quanto ai dominatori, si sprecano i bene, bravo e bis. Dice infatti Guintoli: «Bello iniziare con una vittoria, dopo i test sapevo di poter far bene». E dice Laverty: «Siamo partiti col piede giusto. La mia Aprilia era veloce e mi ha assecondato dal primo all'ultimo giro. Il record del tracciato a due giri dalla fine ne è la riprova».
POLEmicamente
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