Sono stereotipi consolidati nel tempo. Un pensiero debole che ha trovato forza nella retorica machista che vuole le "classiche del nord", prerogativa assoluta dei corridori di sesso maschile. Nell'immaginario il Fiandre o la Roubaix non sono corse per mammolette, men che meno per femminucce, peccato che anche in bicicletta le ragazze si stiano facendo largo a suon di risultati e prestazioni degne di nota, e le ragazze italiane in materia non sono proprio le ultime arrivate.
Domenica scorsa, una ragazza italiana è arrivata prima. Dall'uovo di Pasqua del Fiandre è uscita per la prima volta nella storia un nome di casa nostra, quello della 23enne Elisa Longo Borghini, piemontese di Ornavasso, che ha sbaragliato la concorrenza giungendo tutta sola sul traguardo di Oudenaarde. «Ho davvero realizzato un sogno - ci spiega Elisa, dalla sua casa di Ornavasso, in attesa di tornare al nord -. Abbiamo corso sulle stesse strade dei ragazzi, quelle di Alexander Kristoff, che ha poi vinto la prova riservata ai professionisti (Terpstra e Van Avermaet, i battuti. Daniel Oss, 11° primo degli italiani, ndr). Quando sono scattata mancavano 30 km al traguardo. Affrontare il Kwaremont tra due ali di folla è stato qualcosa di magico, da togliere il fiato».
Nata il 10 dicembre del 1991 a Ornavasso, Elisa è quel che si può definire una figlia d'arte. La mamma è Guidina Dal Sasso, atleta di livello dello sci di fondo, mentre il papà Ferdinando è allenatore di sci nordico. Il fratello Paolo è stato anch'egli ciclista professionista fino alla scorsa stagione, e ora è entrato a far parte della grande famiglia di Rcs Sport, ente organizzatore del Giro d'Italia. Dopo aver militato fino allo scorso anno in un team norvegese, da quest'anno corre per la Wiggle-Honda, la formazione voluta e sostenuta dalla Fondazione di Sir Bradley Wiggins, che tra i propri partner ha anche Ernesto Colnago. «All'estero c'è più attenzione per il ciclismo femminile, anche se domenica il nostro arrivo è stato in pratica oscurato dalle tv, ma sono certa che siamo sulla strada giusta. Tra qualche anno anche noi donne saremo considerate alla pari dei colleghi maschi».
Corre per un team inglese, nel quale milita anche la regina del ciclismo femminile italiano, Giorgia Bronzini, due mondiali su strada e uno su pista, tra le tantissime vittorie raccolte. «Giorgia l'altra sera era felice come se avesse vinto lei. Alla vigilia della corsa mi aveva esortato a seguire il mio istinto, e così ho fatto. Dopo lo scatto di Trixi Worrack ho sentito che era arrivato il "momento" e sono scattata. Non mi hanno più ripresa».
Il
complimento più bello le è arrivato da Francesco Moser, uno che di classiche se ne intende, avendo vinto tra l'altro tre Roubaix consecutive. «Sentirsi dire da uno come Moser sei l'orgoglio del ciclismo italiano, è tanta roba».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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