Lui e Marquez si sono marcati per tutto il weekend, era chiaro dall'inizio che la vittoria sarebbe stata una questione privata tra loro due. Che avevano in mano le carte migliori e non hanno mai perso la calma quando Lorenzo, come ormai fa quasi sempre, ha provato a bluffare scattando subito in testa e rimanendoci per una dozzina di giri. Lui ha gestito la gomma morbida disegnando traiettorie pulite per tre quarti di gara, Marquez ha violentato le sue «hard» fin dal primo giro. Stili diversi ma tempi quasi identici, che pian piano li hanno portati al comando. E poi, a un certo punto, fuori le comparse dal set: ciak, si gira una delle più belle battaglie motociclistiche degli ultimi anni.
Lui e Marquez si erano scambiati la posizione diverse volte, prima degli ultimi sei giri. Prima era davanti lo spagnolo, poi si era fatto sorpassare per colpa di un lungo, quindi si era ripreso e poi aveva di nuovo ceduto la testa della gara a suon di staccate. Marquez poi dirà: «Fino a quel punto avevo anche pensato di lasciargli la vittoria per non rischiare 20 punti importanti per il campionato, ma da lì in poi non più. Gli ultimi giri li ho fatti tutti a manetta».
Lui ha avuto Marquez attaccato alla coda per più di 35 chilometri e non gli ha mai lasciato la porta aperta. Ma siccome quello non ci sta mai a perdere alla fine si è buttato dentro lo stesso. All'ultimo giro, all'ultimo, all'ultimo sangue, senza calcoli. E stavolta l'ha presa nei denti, perché l'altro è stato più bravo. All'ultima curva si sono sfiorati, accarezzati per interminabili decine di metri e anche mandati a quel paese. Attimi in cui il tempo sembra fermarsi e tutto si dilata, gli attimi che poi resteranno per sempre negli occhi di chi ha avuto la fortuna di farsi ipnotizzare: se eravate in spiaggia cercate di recuperare il filmato e non ve ne pentirete.
Lui non è Valentino Rossi, che di duelli così ce ne ha regalati un'infinità. Se non fosse stato per la moto rossa poteva davvero sembrare quel cannibale di Valentino, ma in realtà era l'ex timido Dovi che da quando ha vinto al Mugello ha moltiplicato la propria autostima e adesso si permette di fregare Marquez in volata, una roba che pochi possono vantare di aver fatto. E chissà se adesso lo spagnolo inizierà a prenderlo sul serio, dopo averlo snobbato - solo poche settimane fa - quando non lo incluse nella lista dei suoi rivali per il titolo.
«Sapevo che ci avrebbe provato - ha detto Andrea -, averlo dietro all'ultima curva è la cosa peggiore che ti possa capitare. Sono stato attento, sentivo il rumore del suo motore e ho capito che sarebbe entrato anche se non c'era spazio. Io non potevo staccare forte e l'unica soluzione era stare dritto e uscire veloce. Non ho frenato. Poi istintivamente ce l'ho mandato come a dire ti ho fregato''. Sono sempre un bravo ragazzo ma ora ho anche i maroni... E comunque la differenza l'abbiamo fatta anche azzeccando la gomma».
Già, la gomma. Vera discriminante della MotoGp contemporanea, variabile bizzosa che fa oscillare i valori alla minima variazione di asfalto e di temperatura. «Faceva troppo caldo e non funzionava bene come sabato» ha provato a giustificarsi Marquez».
Sarà senz'altro come dice lui ma questo non toglie nulla al capolavoro di Dovizioso. Che adesso gli è arrivato a 16 punti e deve crederci, continuare a essere così sfacciato. Il Dovi che si accontentava dei piazzamenti non esiste più.
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