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Due highlander per Agnelli. "Champions, adesso si può"

Il presidente tra il sesto scudetto di fila "da leggenda" e l'Europa. "Abbiamo una portata internazionale. L'impresa è realizzabile"

Due highlander per Agnelli. "Champions, adesso si può"

Gigi Buffon vestirà la maglia della Juventus fino a 40 anni compiuti. Andrea Barzagli si fermerà a 37. Forse. Perché qui si parla di highlander e di gente che non molla mai. Continuando a vincere e a perpetuare le proprie qualità. Contratti rinnovati fino al 2018, allora. Con la benedizione di Andrea Agnelli, sotto la pioggerellina fitta di Vinovo e con la testa già alla finale di Coppa Italia, contro il Milan il prossimo 21 maggio. «Perché siamo sabaudi e pragmatici così il presidente -. Si pensa solo al campo. La festa per la vittoria dello scudetto, con il giro per la città sul pullman scoperto, non la faremo: ero troppo concentrato sui risultati da raggiungere. Ho visto scudetti vinti o persi all'ultima giornata».

Questa è la Juve, del resto. Che punta alla doppia doppietta consecutiva (mai nessuno ha vinto campionato e Coppa Italia per due anni di fila) e che programma il futuro conservando i propri Grandi Vecchi. Fondamentali anche quest'anno, per blindare la difesa (20 soli gol presi, primato di imbattibilità portato a 973') e per fare capire ai giovani cosa significhi indossare il bianconero: lo faranno ancora, sperando che non serva strigliare la truppa quasi in malo modo come accaduto qualche mese fa dopo il ko contro il Sassuolo. Reazione da uomini, non solo da calciatori. Per questo Agnelli se li coccola prendendoli anche in giro: «Spero non diano mai il Pallone d'Oro a Buffon, perché ci porta bene. Barzagli? Uno dei più grandi difensori di questa epoca, al livello di Thiago Silva, Piqué e John Terry». Applausi allora a «due giovani di grande speranza che faranno sicuramente parte della nostra seconda squadra». Presto pare si aggiungerà anche Evra, 35 anni e non sentirli pure lui. Gente buona per dare l'assalto al sesto scudetto di fila («sarebbe leggenda») e soprattutto alla Champions: «Il ko con il Bayern ha confermato la portata internazionale della Juventus ancora Agnelli -. Essersela giocata alla pari prima con il Barcellona e poi con i tedeschi ribadisce la nostra dimensione. La Champions è un sogno realizzabile».

I due ragazzini ci proveranno ancora: «Per vincerla, c'è da migliorare un po' a livello di tenuta nervosa l'analisi del numero uno -. Riflettendo sulla sconfitta con il Bayern, mi sono accorto di avere patito la rete del 2-2 a livello di energie nervose. È stato un errore madornale, mi sono fatto sopraffare dalla delusione ed è un qualcosa che mi porterò dietro per i prossimi due anni». Intanto, SuperGigi avrà a disposizione altre due stagioni per portare a casa il decimo scudetto personale (compresi i due di calciopoli): «Sarebbe una grande soddisfazione vincere 10 tricolori e un campionato di B in 16 stagioni di Juve. Il Pallone d'Oro? Non provo nessun senso di ingiustizia. Ci sono andato vicino alcune volte: se però non l'ho vinto, la colpa è solo mia. Magari avrei dovuto fare meglio in determinate situazioni».

Chiamatela umiltà: uno dei segreti per avere successo. Insieme alla fame. Quella che aveva anche Del Piero, per esempio: arrivato a 705 presenze contro le attuali 579 di Buffon. «Non ho messo nessuno nel mirino e comunque, se anche giocassi sempre, a quel numero non potrei arrivare. A me interessano di più i successi di squadra, così come non bado più ai paragoni che si fanno a volte tra giocatori dello stesso ruolo. Ho 38 anni, vado per la mia strada».

Cercando finalmente un trionfo europeo, vinto con il Parma nel preistorico 1998/99 ma mai assaporato da quando indossa il bianconero.

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