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E la Juve si mette in analisi a porte chiuse

Effetto Chiellini: De Ligt nella mischia troppo presto. Invece Pogba, Dybala e...

E la Juve si mette in analisi a porte chiuse

«We will keep working hard to achieve our goals», ha postato ieri Ronaldo su Instagram. Ovvero: «Continueremo a lavorare duro per raggiungere i nostri obiettivi». Su questo, nessun dubbio. Cominciando probabilmente da una solidità difensiva che andrà ritrovata. Soprattutto sui calci da fermo, rivelatisi il punto debole della retroguardia bianconera anche al Wanda Metropolitano di Madrid dopo esserlo già stato contro il Napoli: due gol presi contro la squadra di Ancelotti (Manolas e Di Lorenzo), altrettanti contro i colchoneros (Savic e Herrera). «Non è colpa della difesa a zona - si è affrettato a dire Sarri - Dobbiamo essere più reattivi e aggressivi».

Da lì bisognerà che la Juve riparta. Dovendo per di più fare a meno di Chiellini, il suo totem nonché guida spirituale. Intendiamoci: nonostante la sua presenza in campo lo scorso 20 febbraio, in occasione dell'andata degli ottavi di Champions, l'Atletico vinse 2-0 grazie a due gol arrivati proprio sugli sviluppi di un calcio da fermo. Prendere rete in quel modo, in quello stadio e contro una formazione fisicamente al top, rientra quasi nella logica delle cose: bisogna però lavorare perché certe disattenzioni vengano messe da parte. «Due punti buttati, ma i panni sporchi si lavano in casa», ha tuonato Bonucci. Il quale al Wanda ha disputato un match quasi perfetto, respingendo tutto quello che c'era da respingere e indovinando anche una giocata meravigliosa che ha poi portato al gol di Cuadrado. Proprio quest'ultimo, in occasione del gol del pareggio, ha avuto un leggero diverbio con alcuni compagni: il capitano ha quindi zittito tutti e, in pratica, dato appuntamento nel chiuso delle mura della Continassa. Dove le ripetizioni non mancheranno, specie per la fase di non possesso. Quando tutti devono essere coinvolti, ma alcuni più di altri: i difensori, ovviamente. Con in testa Danilo e De Ligt (costati complessivamente 112 milioni), nuovi eppure gettati nella mischia quasi subito. Gioco forza, a causa degli infortuni di De Sciglio e Chiellini: i quali, non a caso, avevano iniziato la stagione da titolari. Perché (non solo) alla Juve si fa così: prima ci si rende conto di dove si è capitati e poi si assaggia il campo. Gradualmente. Progressivamente. Fino a diventare inamovibili o quasi. In tempi recenti è successo per esempio a Pogba e Morata, centellinati da Conte prima di diventare punti fermi. Stesso trattamento anche per Dybala, protetto e coccolato da Allegri che certo non gli aveva regalato la maglia da titolare alla sua prima stagione in bianconero.

De Ligt, comunque sufficiente due sere fa, e Danilo hanno invece dovuto subito vedersela con Napoli e Atletico Madrid: miglioreranno anche loro, strada facendo.

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