Ecco la Ferrari che non può sbagliare

Montezemolo trova un soprannome incoraggiante. Alonso si sbilancia: "Non partiremo male, voglio la leggenda"

Ecco la Ferrari che non può sbagliare

Maranello - La fredda sigla dice effecentotrentotto. Mica vero. La nuova Rossa si chiama Speranzosa che fa un po' spumantino di media qualità ma evoca anche bollicine nobili da podio. Chissà. Si chiama Speranzosa perché il nome soprannome non gliel'ha affibbiato uno qualunque ma il presidente tifoso Luca di Montezemolo «quando l'ho vista l'altra sera per la prima volta e mi è venuto di chiamarla così per la cura che ci abbiamo messo nel migliorare tutti i dettagli» ha rivelato dopo essersi commosso pensando «alla nebbia di oggi che mi ricorda quella dei momenti difficili».
Speranzosa. Nome allegro e assolutamente riassuntivo dell'atmosfera che permea l'intera messa cantata maranelliana e il varo dell'ultima nata. Speranzoso è il presidente del Cavallino perché «mettiamoci a inventare il domani, invece di preoccuparci di ciò che è accaduto ieri» dice citando Steve Jobs e speranzosi sono anche John Elkann patron del Gruppo Fiat e pulloveramente speranzoso è l'ad Sergio Marchionne. Speranzoso e assente il numero uno del Banco Santander, fra i super sponsor del Cavallino, Emilio Botin, rimasto in Spagna per una convention del Banco e però assenza molto notata per ovvie questioni senesi. Speranzosi i piloti. Doppiamente Felipe Massa che dice «vogliamo due mondiali, piloti e costruttori e io punto a disputare una grande stagione e sono carico e ho concluso il 2012 molto bene - sottinteso meglio di Alonso - e non vedo l'ora di iniziare i test a Jerez dal 5 febbraio perché sono molto importanti per capire il feeling della macchina». Sottinteso, perché serve, mica come dice Alonso che il primo test ha deciso di saltare, ma «con tutto il rispetto per Fernando non decide lui bensì la Ferrari» preciserà Montezemolo. Comunque asturianamente speranzoso lo spagnolo, perché «non credo si ripeterà l'avvio 2012, perché voglio vincere per entrare nella leggenda Ferrari e ho altre quattro stagioni di contratto per riuscirsi...» dice come a sottolineare fedeltà e al contempo mettere le mani avanti perché si sa mai.
Ecco, tutti speranzosi, ma con quel «si sa mai» ad accompagnare e un po' agitare i bei pensieri. Perché se la presentazione è stata a suo modo allegra, snella, simpatica, semplice, dall'altra la sensazione è che la Rossa e le sue truppe, capitan Domenicali in testa, si apprestino a disputare due mondiali in uno. Il primo lungo due gare, Gp d'Australia e Malesia, 17 e 24 marzo. Tutt'al più, in aggiunta, le tre sessioni di test (Jerez 5-8 febbraio, Barcellona 19-22 quando debutterà Alonso, ancora Barcellona dal 28 al 2 marzo). Poi sarà l'altro mondiale, quello lungo 19 Gp, quello che se solo il mondialino di due gare avrà tradito le attese, saranno già guai veri e grandi. Perché la pazienza del presidente è al limite, perché quella di Alonso - si veda il nervoso finale del 2012 - è ormai oltre il limite benché sotto controllo. Non a caso il team principal Domenicali a domanda spinosa, cosa farete se pronti e via e l'auto sarà ancora indietro?, risponde: «Penso a come abbiamo reagito in casi simili nel passato, non guarderemo al mondo esterno, ci concentreremo su noi stessi, sui nostri valori per gestire bene la pressione perché non si trasformi in pressione negativa che diventa un favore fatto agli altri...».
Per questi motivi e molti altri e perché la nuova Rossa è bella e perché non ha più lo scalino da imbianchino sul muso e perché è un po' calcistica sponda rossonera visto l'abbondare di black nella parte inferiore e perché le novità ci sono benché nascoste e perché nel notarle si diventa tutti speranzosi, per tutte queste ragioni è una Rossa che fa simpatia. Si gioca molto lei, si giocano moltissimo i tecnici, il suo papà, il grego Tombazis, si gioca tanto il capo in pista Domenicali e si gioca un esaurimento Alonso. Quanto al presidente tifoso, Montezemolo non ha voglia di giocare. Vuole solo vincere.

O per lo meno non sentire più quella telefonata che gli fece Massa dopo il primo test di Jerez 2012, quando gli disse «presidente, qui è un disastro...». «A proposito, Felipe» gli dirà Montezemolo incrociandolo, «nel caso fosse... ecco, non mi chiamare».
blog.ilgiornale.it/casadeilucchi/

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