«Fermate Ronaldo e Vidal» È già mondiale croce rossa

«Fermate Ronaldo e Vidal» È già mondiale croce rossa

Più che un mondiale sembra un ospedale da campo. Gli infermi sono milionari con muscoli feriti, traumi distorsivi, stati febbrili vari, sintomi influenzali. Ai capezzali dirigenti, procuratori, massimi esponenti dei club. Vidal, Ronaldo, Sirigu, Diego Costa, roba buona ma in cassa mutua, sono in Brasile con il rischio, si fa per dire, di trascorrervi un mese da turisti. Scorie di una stagione folle che si è conclusa ieri e ricomincerà domani, veleni di campionati ossessivi a venti squadre, seguendo la bulimia di dirigenti e procuratori assai interessati a far girare il soldo e ad allargare la "rosa". Va da sé che quel mese in più di football (da 18 a 20 squadre trattasi di 4 partite supplementari sul calendario) finisce per intossicare corpi logorati da mille partite. Chi propone la riduzione delle squadre partecipanti fa propaganda estiva, poi, al momento di decidere e di andare al voto, si defila o si allinea all'interesse altrui che è anche il suo.
Nel mondiale del '94, negli Stati Uniti, Roberto Baggio giocò la finale con i muscoli fragili della coscia avvolti da una guaina e Franco Baresi venne recuperato a tutti i costi dopo l'intervento al menisco. Non dico poi di Del Piero, idem come sopra per il mondiale in Giappone e Corea, oggetto anche delle solite maligne voci sugli sponsor che ne avevano imposto l'utilizzazione sebbene non in condizioni ideali.
E' un football che non si ferma dinanzi ai morti, alle rivolte, figuratevi dinanzi a un muscolo ammaccato. E' un football che dovrà fare i conti con il Brasile delle piazze e non degli stadi, così come sta finendo nel ventilatore per l'affare-Qatar mentre si prospettano nuvole per il mondiale in Russia.
In passato la medicina "cattiva" teneva in piedi calciatori esausti, il mondiale del'54 ne fu una conferma; la lotta al doping ha dato qualche risultato, ma in questo mondiale il problema della salute dei calciatori resta davvero preoccupante. Perché da una parte le federazioni hanno puntato tutto sui loro "numeri 1", Diego Costa per la Spagna, Vidal per il Cile, Cristiano Ronaldo per il Portogallo, dall'altra i club di riferimento, dalla Juventus al Chelsea (Diego Costa sta per firmare per il club londinese), al Real Madrid, sono in fermento, chiedono che i loro patrimoni non vengano toccati.
Si aggiungono poi elementi di folklore, come il santone che tra riti woodoo e spilloni sta mettendo paura a Cristiano Ronaldo e tutto il Portogallo, già mortificato dalla maledizione di Bela Guttmann sul Benfica eterno finalista perdente. Gli inglesi non credono ai maghi ma l'ultima amichevole con l'Ecuador a Miami è costata cara a Oxlade-Chamberlain che ha subìto una lesione dei legamenti del ginocchio e torna casa.

Saremo 1 a 1 alla vigilia della sfida con gli inglesi, noi senza Montolivo, loro senza la grande promessa ventenne dell'Arsenal.
Un mondiale sponsorizzato dalla crocerossa non è una cosa bella ma potrebbe essere l'occasione buona per convincere tutti a darsi una calmata, in campo e in sede. Si aggiusterebbero i bilanci e anche le ossa.

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