Ha vinto faccia da pugile. Le ha suonate a tutti e senza avviso. Si è comportato come un individuo trasparente, mai visto, che attraversa la via e ti rifila due ceffoni e se ne va e tu resti lì incredulo. Un attimo prima non esisteva, un attimo dopo hai le guance rosse. Pastor Maldonado e la Williams-Renault hanno fatto questo alla F1. Pole per grazia ricevuta il sabato (la retrocessione di Hamilton per la furbata McLaren con la benza) e vittoria di domenica. Risultato: otto anni dopo l’ultimo trionfo, la Williams di sir Frank, nel giorno della festa per i suoi 70 anni, è ridiventata grande. «C’è molto di Pastor in questo successo, ragazzo eccezionale che non si lamenta mai» dirà il patron.
Il trionfo dello special guest scombina le illusioni di vittoria ferrariste ma non i piani mondiali, che escono da Barcellona rivitalizzati. La Rossa gravida di novità tecniche è comunque e giustamente felice perché tutto ha funzionato. «Dobbiamo però lavorare molto perché solo così potremo lottare per il titolo e perché manchiamo in velocità e motricità in uscita di curva» ammetterà un rinfrancato Domenicali. Quanto ad Alonso, con il secondo posto è di nuovo in vetta al mondiale, 61 punti, a braccetto con Seb Vettel. Dirà: «Un risultato che ha il sapore della vittoria. Dopo aver finito in Bahrein a quasi un minuto, qui abbiamo doppiato una delle due Red Bull». Un disastro invece Massa, doppiato da Fernando. Unica attenuante: la penalità drive through per bandiere gialle non viste.
Dunque, tanto lavoro, ma la consapevolezza di aver raddrizzato tecnicamente la stagione. Non solo. Anche la sensazione che, indipendentemente dal 2° pit stop anticipato da Maldonado (due giri) che ha spiazzato Alonso forse, senza la Marussia di Pic a rallentare lo spagnolo prima della sua sosta, saremmo qui a parlar di vittoria. Tornando alla Williams, attimi di paura nel box, proprio durante i festeggiamenti. Probabilmente, nelle operazioni di carico dei fusti di benzina, qualcosa non ha funzionato (qualcuno ipotizza un problema con le vicine apparecchiature del kers) e un principio d’incendio ha intossicato alcuni fra i presenti nel garage e in quelli vicini. Per i fumi inalati e le scottature in 13 sono stati curati nel centro medico. Tre quelli trasportati in ospedale.
Dopo cinque gare, dopo cinque diversi vincitori, dopo cinque auto diverse in vetta, c’è dunque più di un motivo per sognare. Tanto più che stavolta non è stata la pioggia malese a regalare una marcia in più alla Rossa. È stato il sudore della gente in fabbrica che raddrizza il progetto. E quello di chi in pista dà tutto. Massa compreso?
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