RIO DE JANEIRO - Cristiano Ronaldo ha la faccia di Waisale Serevi, eroe dell'altro mondo. Delle Figi, isole così lontane e così affascinanti, per i modi gentili della sua gente. Gentili tranne quando si tratta di rugby, soprattutto se il rugby è quello a 7. Waisale insomma è su tutti i cartelloni pubblicitari del Paese, tanto ha fatto la storia della palla ovale (anche quella a 15), E adesso che insegna ai più giovani come si fa a diventare come lui, ha finalmente visto l'impossibile: «Ai miei tempi nessuno alle Figi avrebbe mai guardato le Olimpiadi, tanto il rugby non c'era. Sono felice di aver assistito a un miracolo».
Perché vedere gli eroi del Seven inginocchiati sul podio davanti alla Principessa Anna per ricevere l'oro al collo, faceva un po' impressione, per la prima medaglia della storia del Paese puntino della Terra nella prima edizione del rugby seven a cinque cerchi. Troppo forti d'altronde, i figiani: hanno la loro haka si chiama Cibi e un mix di forza e potenza che diventa sublime: «Il seven è un gioco orribile disse una volta la leggenda irlandese Brian O'Driscoll -, richiede uno sforzo sovrumano. Sembra fatto apposta per loro». A Rio in finale hanno schiacciato la Gran Bretagna 39-7, ed è successo perché nelle Figi esiste a il torneo più importante del mondo, per loro: il Qamea Island Seven, con quattro villaggi in campo per un mese e in palio l'onore e una bevuta da pagare.
È amicizia, rivalità, cultura e anche un po' di religione. E mentre nelle isole lontane esplode una festa nazionale che durerà chissà quanto, i guerrieri si inginocchiano davanti alla principessa. Come fanno i veri capo tribù.
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