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Il fondamentale Eriksen. Un anno dopo l'Inter dà "ragione" a Wanda

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Il fondamentale Eriksen. Un anno dopo l'Inter dà "ragione" a Wanda

Buona la prima, anche se in effetti, lui ci ha messo poco di suo: un tiro parato e un assist per Martinez, finito in fuorigioco per il lieve ritardo del passaggio. Inter in semifinale di Coppa Italia e adesso tutti ad aspettare quel che di importante Christian Eriksen porterà davvero alla squadra di Conte. Perché il danese alza di molto il livello dell'Inter, ma in proporzione diretta anche le aspettative. Ed è l'Inter stessa a dirlo: non si investono 20 milioni per un giocatore col contratto in scadenza 5 mesi dopo, se non si pensasse che in quei 5 mesi possono accadere cose importanti Eriksen in sostanza è il guanto di sfida che l'Inter lancia alla Juventus (e alla Lazio) nella corsa allo scudetto.

Christian Eriksen è un giocatore importante, forte, di quelli che non vincono da soli ma che ti aiutano a vincere (anche se a Londra in 6 stagioni non ha vinto nulla). Il giocatore adatto per esaltare due attaccanti con l'acuto senso del gol come Lukaku e Martinez, quale che sarà la posizione in campo che alla fine Conte disegnerà per lui.

Il giocatore che un anno fa, invocava non già Luciano Spalletti ma addirittura Wanda Nara dal suo pulpito in tv («meglio uno che dia a Mauro 5 palloni buoni a partita, piuttosto che il rinnovo del contratto»). Era il 10 febbraio e il mondo Inter stava andando incontro alla più rumorosa polemica dell'epoca recente (ora chiusa solo temporaneamente: prossima puntata a fine stagione), che non serve ricordare oltre.

Ovviamente uno come Eriksen sarebbe certamente piaciuto anche a Spalletti, ma bene ha fatto l'Inter a prenderlo ora, nel momento in cui ci sono state le condizioni per farlo. Con l'ovvia soddisfazione di Conte, passato in una settimana da «calma, non stiamo comprando mezzo Real Madrid» al quasi entusiastico «abbiamo rinforzato la rosa, prendendo i giocatori che volevamo». E potrebbe non essere finita qui.

Importante sarà ora capire dove e come Conte utilizzerà il suo gioiello d'inverno. Perché un conto è pensare e costruire una squadra in estate, con tutto il tempo di sperimentare e aggiustare, e un altro è farlo ora, con il treno lanciato e in piena velocità. Basta dare un'occhiata al prossimo mese nerazzurro. Dopo Udine (domenica) Conte avrà una settimana di tempo poi allenare la squadra, poi salirà sull'ottovolante: 8 partite dal 9 febbraio al 4 marzo (25 giorni) con dentro tutto. Il derby, la doppia semifinale con il Napoli, la Lazio e soprattutto la Juventus, sempre in trasferta.

L'altra sera, per la prima volta in stagione, Conte ha messo un giocatore dietro ai due attaccanti. Premesso che Sanchez non è un trequartista, che non è in condizione e che forse non è più nemmeno un giocatore, non era la prova generale per il debutto a tempo pieno di Erikseni, nel ruolo in cui più si esalterebbe, e lo ha chiarito lo stesso Conte, spiegando come sia stata invece una mossa dettata dall'ennesima emergenza infortuni. Peraltro non si capisce poi perché avrebbero dovuto provare il modulo col trequartista senza un trequartista.

Per domenica, dipende da come staranno Sensi, Brozovic e Borja Valero, ma è assai probabile che Eriksen giochi dall'inizio.

Dove più ci sarà bisogno.

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