La squadra più giovane dei Mondiali (insieme alla Nigeria) ringrazia la tecnologia. Che, per definizione, è amica dei giovani e che per la prima volta nella storia della rassegna iridata ha cambiato una decisione del direttore di gara. Tradotto: la Francia batte 2-1 l'Australia e lo fa al termine di una partita certo non bella e nemmeno così appassionante. Decisa da due episodi che fino a qualche anno fa avrebbero anche potuto portare a (non) fischi differenti da parte dell'arbitro uruguagio Andrés Cunha. Invece, voilà. Nell'episodio numero uno il Var visto anche dal pubblico allo stadio - lo ha convinto a concedere un rigore ai francesi per un fallo (dubbio, a dire il vero) inizialmente non rilevato di Risdon su Griezmann. Poi, la goal line technology è venuta in soccorso dello stesso Cunha che a quel punto non ha avuto dubbi nel concedere la rete quando il pallone calciato da Pogba (con tocco probabilmente decisivo di Behich) è ricaduto in terra oltre la linea di porta dopo avere colpito la traversa. La Francia ha così potuto gioire e iniziare al meglio la sua avventura iridata, dimenticando lo sciagurato fallo di mano commesso in area da Umtiti che aveva permesso ai Socceroos (grazie al quindicesimo rigore trasformato su altrettanti tentativi da parte di Jedinak) di riequilibrare immediatamente le sorti del match dopo il vantaggio trovato dallo stesso Griezmann dagli undici metri. «Non è stato facile, anzi ha ammesso Deschamps -. L'Australia ha concesso poco, ma i Mondiali sono questi. Ricordo anche che solo una volta, nelle ultime quattro edizioni, la Francia aveva esordito vincendo (nel 2014 contro l'Honduras, ndr)». Evviva il bicchiere mezzo pieno, allora. Anche se il ct australiano Van Marwijk ha punzecchiato i suoi avversari spiegando che «a un certo punto pareva non sapessero cosa fare». «Mi sembra esagerato la replica di Deschamps -. Il rigore a loro favore è stato un nostro regalo e Lloris ha effettuato una sola vera parata, su un pallone per di più deviato da un nostro giocatore».
Tutto abbastanza vero, a dirla tutta. Anche se va detto che la Francia è apparsa lontana da quello che in generale ci si attendeva da parte di una delle squadre favorite per arrivare fino in fondo. Presuntuosi e supponenti in mezzo al campo, dove Pogba e Tolisso ne hanno azzeccate davvero poche, Griezmann e compagni non sono quasi mai riusciti a creare sovrannumero né a innescare il baby tridente (66 anni in tre) come era lecito aspettarsi: Mbappé e Dembelé si sono ingolfati spesso contro i fisicacci australiani, né Le Petit Diable ha fatto molto meglio. Al punto che Deschamps ha poi fatto ricorso all'usato sicuro di Giroud (oltre a Fekir e Matuidi) per dare una scossa alla gara: guarda caso, da una sua sponda è poi nata l'azione che ha portato al gol decisivo di Pogba, che ha così salvato con una conclusione un po' fortunosa una prestazione altrimenti anonima. «In una partita di Coppa del Mondo non ci sono piccole squadre il parere dell'ex juventino -. Vincere la prima partita è sempre molto importante».
Strada facendo serviranno però altri atteggiamenti e altre prestazioni, perché non sempre ci si imbatterà in squadre tecnicamente povere come l'Australia: certo mai doma, ma pure assai limitata nel tocco di palla. Di buono per i francesi, insomma, solo il risultato.
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