Pier Augusto Stagi
La Vuelta non è finita, ma quasi. Nello sport, come nella vita, tutto è possibile, ma a questo punto c'è poco da dire, se non affidarsi alla sorte, che può davvero scompaginare le carte. Per il momento la situazione è fin troppo chiara e difenita. Si va al riposo (il secondo e ultimo) con Chris Froome saldamente al comando, con 1'01 di vantaggio sul nostro Vincenzo Nibali, che ieri, nel tappone di Sierra Nevada, è stato tra i pochissimi a provare a fare qualcosa.
Un attacco, un'accelerazione che è stata però agevolmente controllata e poi annullata dagli uomini di Froome (Nieve e Poels su tutti). Domani ci sarà la crono di 40 km, che sorride chiaramente a Froome, che fin qui è stato indiscutibilmente il più forte, e può davvero, con la prova contro il tempo, mettere in cassaforte una Vuelta che fino a questo momento ha letteralmente dominato (ieri ha vestito la 71ª maglia di leader nei grandi giri, raggiungendo così al terzo posto il nostro Francesco Moser).
La tappa di Sierra Nevada è stata vinta da un vero prodigio della montagna, il 23 enne colombiano Miguel Angel Lopez, che si è imposto (dopo la vittoria di Calar Alto) ai 2.510 metri di quota in perfetta solitudine. Secondo a 36 il russo Zakarin, terzo Kelderman a 45. Froome, quinto, ha guadagnato 6 su Nibali, che dopo aver provato ad attaccare la maglia rossa a circa 13 km dalla vetta, si è poi limitato a controllare la situazione, pagando qualcosa nell'accelerazione finale. «È chiaro che questa Vuelta non è finita, ma è altrettanto evidente che Froome va fortissimo», ha detto laconico il siciliano.
Oggi la
Vuelta osserva il secondo e ultimo giorno di riposo. Si riprenderà domani con la 16ª tappa, una delle più attese: la cronometro individuale di 40,2 km a Logroño. La corsa spagnola si concluderà domenica 10 settembre a Madrid.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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