"Furore e troppe bevute". Conte si sta risvegliando, la sua Inter non ancora

Una vittoria in un mese per l'ex ct che torna a prendersela coi critici: "Via il vino da tavola"

"Furore e troppe bevute". Conte si sta risvegliando, la sua Inter non ancora

L'inconfessata speranza di Conte e Gasperini è che la sosta in arrivo chiuda una parentesi buia nella stagione delle loro squadre. A pensarci bene, Atalanta-Inter non poteva che finire in pareggio (1-1), che nel calcio da 3 punti è aritmeticamente una sconfitta per entrambe le squadre. Tra una sosta e l'altra (7 partite) l'Inter ha vinto 1 sola volta, l'Atalanta 2. In assoluto, l'Inter in stagione ha vinto 3 volte su 10, una miseria rispetto ad ambizioni e aspettative estive e Bergamo somma rimpianti a rimpianti: in vantaggio a inizio ripresa con Martinez, dopo un primo tempo di nulla, la banda Conte sciupa in contropiede con Vidal e Barella l'occasione del raddoppio ammazza-partita e finisce ovviamente per farsi rimontare dall'avversario. Pareggia Miranchuk, russo ai primi minuti in Serie A, ballando col pallone al limite dell'area, in mezzo a 4 giocatori dell'Inter: Bastoni lo perde, Gagliardini lo guarda, Brozovic anche, e lui infila Handanovic con un colpo di biliardo a fil di palo.

«Ci manca l'istinto del killer che serve per vincere le partite», ammette Conte prima di irrigidirsi con chi vede l'Inter senza furore agonistico. «Via il vino dal tavolo, per favore. E anche l'ammazza-caffè», dice torvo in diretta tv, rinunciando per la prima volta alla scelta diplomatica di stagione. Per un istante sembra l'avvio di un'intemerata contro i critici, ma è solo un'impressione. Almeno per stavolta, la linea-zen regge al fuoco che da sempre anima l'allenatore dell'Inter.

A dispetto delle parole, pesano anche i risultati di Champions: così l'avvio è di studio, a freno a mano tirato da entrambe le parti. L'Atalanta ci prova in punta di piedi, l'Inter riparte come correndo sulle uova. Per un'ora non succede nulla: è il trionfo della tattica più che dello spettacolo, nonostante Gomez da una parte e Sanchez dall'altra cerchino di forzare il copione preparato dall'allenatore avversario.

Il vantaggio dell'Inter (13' st) arriva con un guizzo aereo di Martinez, accoppiato alla distrazione di Djimsiti sul centro di Young dalla sinistra. Il Toro fa tremare Conte nel riscaldamento per un fastidio al gluteo, ma poi resta in campo fin quasi alla fine. Gol a parte, poco altro. Lo 0-1 stravolge ovviamente il canovaccio: Gasperini chiede un altro passo alla squadra, alza ritmo e linea di pressione, ma finisce inevitabilmente per favorire il colpo migliore dell'Inter, che resta il contropiede. Gran giocata di Barella per Martinez e di Martinez per Vidal, che arriva all'uno-contro-uno con Sportiello, graziandolo. Barella riprende, ma sbaglia anche lui il tap-in (20' st).

Atalanta e Inter hanno organici ricchi di opzioni. In un paio di minuti, entrambi gli allenatori cambiano tandem offensivo (si rivede Lukaku, a questo punto serenamente arruolabile anche dal Belgio), ma il jolly lo pesca Gasperini, con Miranchuk, acquistato infortunato in estate per sostituire Ilicic, ma di fatto tornato disponibile dopo lo sloveno (stavolta in panchina).

Poi Conte cambia in coppia anche gli esterni, rendendo ancora più misteriosa la rinuncia iniziale ad Hakimi (stando bene, non se ne spiega la panchina, non certo per l'erroraccio di Madrid), ma tant'è e nulla succede fino al fischio finale, che certifica lo stop di coppia e conferma il solco tra le due squadre e la vetta della classifica.

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