Alessandro Gentile, 25 punti, il suo record in A, si prende le orecchie del toro canturino che Milano soffriva dal 2009, in un faccia a faccia che in Lombardia aveva mandato sempre a terra l'Olimpia che ora non guarda più da troppo lontano la Varese che ieri sera ha suggellato il suo primo posto, un avvenimento che non vedevamo da tantissimi anni.
Un primo tempo principesco per un Emporio Armani che a Desio, davanti a 7mila spettatori, sembra finalmente vestita per uccidere il campionato come si era detto, venendo smentiti troppe volte, dall'inizio della stagione. Gentile come scassinatore, Marques Green come architetto, ma bisogna dire che la confusione mentale della Lenovo è stata determinata da una serataccia dei suoi registi, ma anche da una muraglia difensiva che ha mandato in corto circuito gli avversari e in questo è stato interessante il vero ingresso nel gruppo di Mensah Bonsu. Milano e la sua difesa, le sue amnesie, ma anche una serata dove il positivo annulla le brutture, tipo l'inizio molle dell'ultimo quarto quando Cantù si era avvicinata con Tabu ed Aradori, il discolo che si è rovinato con un fallo tecnico quando la partita era ancora viva.
Con questo volo sulle polemiche, Scariolo si riprende il pulpito e con lui la sua squadra mentre Cantù può soltanto sperare che il nuovo acquisto Joe Ragland, che arriva da Murcia, ridia fantasia all'attacco di una squadra che sembra aver perso energia al centro dove Cusin si vede ormai pochissimo e Leunen sembra sfinito. Il 78-69 non dice tutto, ma spiega tanto e il risveglio finale di Langford, 17 punti, con i 15 del maghetto Green hanno liberato l'aria dal profumo dei fiori sfatti.
Il mondo Armani del basket cambia sotto il lampione di Alessandro Gentile, una lama che lascia solo ferite sul corpo irriconoscibile della difesa canturina. Il primo quarto del figlio di Nandokan è la consacrazione del matador: 100% al tiro, 16 punti, con l'Emporio che toglie fiducia al mondo di Trinchieri che si trova sotto di 11 dopo un quarto di gara: 11-22. A questo punto il generale del Cantuki cambia strategia, sa che la difesa di Milano deve essere attaccata, anche se è più bella di altre volte. Sceglie i tre piccoli e con l'ex Mancinelli comincia a trovare varchi nel cuore dell'area nemica, una risalita dolorosa, perché dei due registi, prima Tabu e poi Smith non se ne fa uno, ma i tre falli di Radosevic e poi quelli di Mensah Bonsu tolgono l'impermeabile all'Olimpia che si trova Cantù a soli 3 punti, ma ecco che Gentile torna col bazooka, lui guida la carica alla fine del secondo quarto e con Green respinge indietro la Lenovo che va al riposo lungo sul 34-41.
Il primo e unico tiro da 3 di sciagura Tabu ridà speranze a Cantù che torna a meno 1, ma Aradori fa un fallo su Langford e poi protesta toccando l'arbitro Bartoli, tecnico e quarta sanzione. La Lenovo cerca ancora di resistere con la zona, ma è il momento del Marques Green ed è lui coi suoi 15 punti a spingere Milano nella fonte canturina dove Tabu dà calci sul secchio del latte: 53-65 al terzo intervallo.
L'ultimo quarto è da neuro. Cantù parte con 0 su 10 al tiro, Milano guarda e sbaglia meno 0 su 3.
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