Il Giro sale, fine della ricreazione

Ecco le montagne: oggi 4 gpm senza respiro. Nibali, Valverde e Chaves chiamati allo scoperto

Il Giro sale, fine della ricreazione

Sono lì, maestose e austere, quasi creature vive. Sono le montagne, protagoniste attese e temute di questo Giro che da oggi vira deciso verso l'alto. Dopo tanto pedalare, dopo molto attendere, eccoci alla resa dei conti.

Fine della ricreazione, fin qui si è scherzato, tra volate, imboscate e scatti maligni. Una partita a scacchi. Più di testa che di gambe. Più di nervi che di cuore. Da oggi (ieri a Bibione terza vittoria di tappa per Greipel, ndr) si sale, fino a domenica.

Dal Palmanova, la città stellata - così chiamata per la sua pianta poligonale - a Cividale del Friuli. Tappa non lunga, ma tosta: quattro gran premi della montagna, con pochi tratti di recupero. Particolarmente selettivi gli ultimi due, il Porzus (1a categoria, 9 km all'8,2% con punte del 16) e il Valle (6,2 km al 7,8% con punte del 13%) posto a 14 chilometri dal traguardo. Domani, invece, ecco il tappone dolomitico: 6 gran premi della montagna tutti concentrati negli ultimi 150 chilometri di corsa, per complessivi 4.700 metri di dislivello, sui 5.400 totali previsti sui 210 di corsa. Si comincia con il Pordoi, si prosegue con il Sella, poi Campolongo, Giau e Valparola. Gli ultimi 5 km sono ancora in salita, con il Muro del Gatto, trecentosessanta metri con punte del 19%.

Dopo tredici tappe si comincia a fare sul serio e Nibali, Valverde e Chaves sono chiamati ad uscire allo scoperto. Il vero pericolo, però, è il tempo: cioè le condizioni meteo. E così, per non avere la testa tra le nuvole, la macchina organizzativa ha pensato di muoversi per tempo. Con una garanzia in più, che porta il nome di Massimiliano Fazzini. Con lui, che è docente universitario di Ferrara e Camerino, climatologo responsabile internazionale di un progetto sui cambiamenti climatici e i monsoni, l'organizzazione del Giro si è messa al sicuro.

Da domani Fazzini si aggregherà alla carovana per aiutare il direttore del Giro Mauro Vegni e il direttore di corsa Stefano Allocchio a valutare eventuali situazioni difficili. Che, al momento però, lasciano comunque tranquilli gli organizzatori della corsa rosa.

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