Gp Ungheria, doppietta Ferrari

Una Ferrari da sogno. Vince Vettel al comondo dal primo giro, secondo Raikkonen. Hamilton cede il terzo posto a Bottas

Gp Ungheria, doppietta Ferrari

Benny Casadei Lucchi
nostro inviato a Budapest

Quindici giri intensi come pochi. Con valori tecnici e valori umani a confronto. Vettel primo con problemi allo sterzo, Raikkonen secondo con l'auto perfetta ma costretto, contro voglia, a stargli dietro, ed Hamilton terzo a lungo ma per grazia ricevuta visto che al giro 46 ha passato Bottas per ordine di scuderia e a patto che entro cinque giri, diventati corsa facendo parecchi di più, fosse riuscito a passare Raikkonen. Patto rispettato all'ultimo metro cedendo il podio al compagno. Festival di pistoni ed emozioni, con la novità introdotta dalla Mercedes dell'ordine di scuderia a tempo. Finisce con Seb primo e Kimi secondo, davanti a Bottas ed Hamilton. Vittoria numero quattro dell'anno e seconda doppietta stagionale. Da un punto di vantaggio, il tedesco allunga sull'inglese a 14 punti."Dai un'altra bandiera a Maranello, grazie mille ragazzi, grande lavoro, vaiiii". E Marchionne: "Enorme felicità, sofferta, e ora andiamo a festeggiare i ragazzi, ma poco riposo per loro...". "Gioia composta, tante gare ancora, felice per i ragazzi e per l'Italia e Raikkonen è stato fantastico...". Quanto alla gara, Kimi al via ha subito intascato vistosa opzione per il rinnovo di contratto difendendo Seb con un abile e chissà quanto voluto incrocio di traiettorie alla prima staccata dopo il semaforo, mentre Verstappen ha intascato l'odio sincero di Ricciardo toccandolo e mandandolo per margherite, foratura, radiatore ko e safety car, con l'australiano fermo e per la prima volta in vita sua senza sorriso. Bottas comunque parso subito meglio di Lewis. Partenza perfetta per le rosse, dunque, e un Gp di Ungheria iniziato nel migliore dei modi per la Ferrari e per Vettel e per Raikkonen e per il popolo di rosso vestito. Bene così, tanto più che ad assistere c'è il presidente Marchionne. Il gran capo del Cavallino e di molto altro, nella mattinata aveva infatti detto cose che, sotto sotto, rivelavano e lasciavano intendere parecchio. Ad esempio che un pensierino ad Hamilton, se Vettel dovesse aver firmato una opzione con Mercedes, si potrebbe fare però “fino ad ora non siamo andati molto lontani con Hamilton, non parlo del futuro e poi abbiamo due grandissimi piloti...”.

Per la verità aveva anche detto se Seb non vuole restare “ce lo dica che troviamo una soluzione diversa... è la vita che continua, è la Ferrari che guarda avanti...”. Alla ripartenza, dopo 5 passaggi con safety, Hamilton ha cercato di passare Verstappen, ma ha poi pensato bene di non fare la fine di Ricciardo, desistendo subito. Sull'olandesino sono però intervenuti i giudici, finalmente, mai accaduto con il ragazzino viziato e terribile della F1, rifilandogli 10'' di penalità da scontare al pit stop. Fatto sta, dopo un paio di giri a prendere le misure, è ripartita la cavalcata delle due rosse. Alla decima tornata Seb leader con 2.8 su Kimi e 6.3 su Bottas, cinque giri dopo più o meno stessi distacchi, a dimostrazione di prestazioni simili. Al giro 23 due secondi e rotti tra Vettel e Raikkonen, mentre Bottas ed Hamilton distavano rispettivamente 8 e 13. A metà gara primi problemi per Vettel, noie allo sterzo, tempi che peggiorano, 1.2 il distacco da Kimi, 6 da Bottas e 10 da Hamilton con il finlandese costretto a chiedere al garage della rossa cosa diavolo fare, “macchina ok, ma adesso dietro Seb sto perdendo tempo...” il senso del suo parlare. Sarà il leit motiv della sua gara, un crescendo, soprattutto dopo i pit stop, quando verrà fatto fermare in pieno recupero, ancora un paio di giri fuori e sarebbe infatti tornato in pista davanti al compagno (da lì un paio di frasi di disappunto al box) tanto più che Marchionne in mattinata aveva sottolineato che “no, non ci sono ordini, ne abbiamo parlato anche con Arrivabene”.

Fatti i pit stop, Mercedes meglio su gomme soft rispetto alle rosse, Bottas costretto a cedere posizione al giro 46 ad Hamilton e Kimi guardaspalle per la doppietta finale. Bene così. Benissimo così. Che macchine, che uomini.

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