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Hamilton strappa un altro record alla Ferrari. E Leclerc si deve arrendere nel Parco vuoto

Il francese desolato: «Il meglio che si poteva fare...». Vettel attacca la strategia

Hamilton strappa un altro record alla Ferrari. E Leclerc si deve arrendere nel Parco vuoto

The best I can do. Questa volta la radio di Charles Leclerc non trasmette rabbia, ma solo desolazione. Il meglio che ha potuto fare con un giro senza traffico e senza errori vale il 13° posto. La Ferrari fa un altro tuffo nel profondo Rosso, scrive un'altra pagina nera nella sua storia gloriosa arrivata a 999 gran premi. Mai a Monza era partita così male ed è una fortuna che in tribuna ci siano solo tifosi di cartone. A Sebastian Vettel è andata ancora peggio, finendo in un traffico da fine settimana in Liguria, non ha neppure superato il Q1 e non ha nascosto il suo disappunto: «Hanno scelto il momento sbagliato per mandarmi in pista».

Macchina sbagliata, motore spompato, strategie sbagliate. Però dal New York Times l'amministratore delegato ci manda a dire che deve finire la cultura delle porte girevoli confermando la «totale fiducia» a Mattia Binotto. Per cominciare un ciclo vincente ci vuole del tempo, lo racconta la stessa storia ferrarista. Montezemolo arrivò nel novembre 1991, Jean Todt nel luglio 1993, Michael Schumacher nel 1996. Il primo Mondiale fu conquistato nel 1999 con il titolo Costruttori, poi cominciò un filotto incredibile. La differenza è che allora si partiva da un ingegnere che aveva detto al presidente di non saper come progettare la nuova monoposto. Questa volta si partiva da un Vettel che fino a due anni fa era in lotta per il campionato. Non da zero. Da un'auto e una squadra che lottavano (quasi) alla pari con la Mercedes. Il risultato è che dopo due anni di pole consecutive a Monza, non si è portata neppure una macchina a lottare tra i primi 10.

Mattia Binotto aveva detto di essere curioso di vedere come sarebbe andata senza party mode, senza quel bottone magico che permetteva di sfruttare un extraboost in Q3 per acchiappare la pole. Ad esser sinceri non era il solo perché anche la Red Bull confidava molto nel cambio regolamentare (tanto da averlo sollecitato), ma alla fine il povero Max Verstappen è rimasto dietro anche a Sainz e Perez, McLaren e Racing Point. E Hamilton ha festeggiato la sua settima pole monzese con il nuovo record della pista di Monza (1'18887) alla media di 264,362 chilometri orari, cancellando il vecchio primato di Raikkonen e della Ferrari.

L'unica buona notizia nell'ennesima giornata nera delle Rosse è stato il terzo posto di Sainz, il ferrarista del futuro. Va detto che almeno dal punto di vista dei piloti, la Ferrari è messa bene, ha in casa due dei migliori (Hamilton e Verstappen a parte) e una straordinaria batteria di giovani nella Accademy. Non si può dire che Binotto abbia scelto male. I piloti ci sono, manca tutto il resto e domenica prossima si festeggia il millesimo gran premio della storia sulla pista di casa, il Mugello. Binotto ripete di aver fiducia nei suoi uomini. Per credergli bisognerebbe cominciare a vedere qualche risultato. La Formula 1 non è il calcio, non basta cambiare allenatore per svoltare una stagione. Ma la Ferrari è la Scuderia che spende di più (parola di Binotto) e non può farsi battere anche dall'Alpha Tauri, quella che una volta era la Minardi.

Qualcosa deve inventarsi e non è possibile all'ottava gara dell'anno essere ancora qui a dire dobbiamo capire.UZ

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