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Icardi tradisce l'Inter secondo ko di fila. Lo scudetto si allontana

Maurito in giornata no, sbaglia pure un rigore. Spalletti non fa miracoli, il Sassuolo ringrazia

Icardi tradisce l'Inter secondo ko di fila. Lo scudetto si allontana

Sembra l'Inter che fu di Mancini. E non è un bel rappresentare. Stesso periodo calcistico, stesso black out da vertigine di classifica. Quella non si riprese più, salvo aggrapparsi al quarto posto. Questa, che è anche più forte, possiede le scialuppe per salvare il suo protagonismo. Però che sberle! Due in un colpo solo e addio ai sogni di gloria e ai segni del destino. Anzi, se andiamo per segni del destino che dire del rigore fallito da Icardi (o meglio: pallone deviato da Consigli), dopo averne realizzati quattro su quattro? Che dire della seconda sconfitta consecutiva, dopo essere rimasti indenni con più o meno fortuna per oltre due terzi del girone di andata? E dei quattro gol al passivo, dopo averne subiti solo 10 nelle precedenti 16? Poi la solita storia: se Icardi è in giornata da piede a banana (due tiri a colpevolizzarlo), l'Inter non sfonda e non segna. Bastano Udinese e Sassuolo per dire che questa squadra non è da scudetto. Ancora troppi dubbi sul giocare, ieri noioso, prevedibile, difensivamente svagato, mancava velocità di gioco e fluidità di idee vincenti: Candreva che imperversa ma scodella valanghe di cross a perdere, Perisic che ha il testolone impreciso, terzini di fascia sempre tenerelli. Cancelo, che doveva essere il grinta nel motore sulla destra, faticava perfino a capirsi con Candreva. Inter a mani larghe, a dispensar miracoli calcistici: ma per gli altri. Così dice la storia del campionato: Sassuolo al terzo successo consecutivo dopo aver cambiato allenatore. Morale della storia: Spalletti non è esperto di miracoli, come piace far credere. Meglio acquistare giocatori che creino la differenza. Le favole Suning vanno raccontate ai bambini cinesi, non ai tifosi milanesi. Di contro, al Sassuolo, è bastato un allenatore realista per frenare la discesa.

Se la godrà lunico milanista che può godersela, ovvero Giorgio Squinzi, patron del Sassuolo e rossonero doc chissà quanto invidiato dai milanisti (tifosi e non) rimasti in mano al circolo cinese di San Siro. Ora ci sarebbe da pensare non proprio bene di questi signori venuti da Oriente, che scuciono danari ma non la contano mai giusta. Suning ha promesso tanto, però la squadra è poco superiore a quella delle due stagioni passate. Le illusioni da classifica non possono tradire quel che il campo certifica: centrocampo un po' fragile, il gioco basato sul gran fluttuare sulle fasce laterali si è arenato davanti all'attenzione dei giocatori del Sassuolo. La squadra di Iachini, poi espulso per aver sbottato contro l'arbitro (fallo dubbio subito da Berardi in area), ha preso la parola inviando le siluranti: prima Berardi (tiro fuori), poi Falcinelli. Politano è partito come un treno per 70 metri, prima di arrivare al cross: Handanovic è rimasto a guardare, chissà quali pensieri?, e Falcinelli ha incrociato il pallone di testa. Partita iniziata, e finita, con questo coro d'autore. Il Sassuolo ha rischiato di prenderle, ma pure di raddoppiare. L'Inter si è sforzata di rimontare. Ma come non intuire il segno del destino in quel rigore strampalato di Icardi, che valeva il pari? E che dire di Eder: sempre più centravanti da squadra di provincia. L'Inter dovrà cercarsi un altro attaccante, Spalletti dovrà metter forza nel centrocampo: Borja Valero non basta, Brozovic è umorale. I padroni cinesi hanno promesso un bonus di 3,5 milioni se, a fine andata, la squadra sarà in posizione Champions. Meglio regalare un gran giocatore all'allenatore.

Ma con 3,5 milioni non pagherebbero nemmeno l'ingaggio di una stagione.

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