La prima impennata di Dovizioso: «Rossi? Non è un'eredità pesante»

nostro inviato a Madonna di Campiglio

Prima di tutto una parentesi piccina piccina dedicata a Nicky Hayden. Bellone del Kentucky, campione del mondo 2006, bravo ragazzo, ottimo pilota specializzato in compagni di squadra scomodi. Prima Rossi poi Stoner poi ancora Rossi in Ducati, ora Dovizioso. Per lui una tradizione di trasparenza assicurata in quel di Campiglio, Wrooom, la kermesse motoristica organizzata dallo sponsor comune di Ferrari e Ducati. Ma forse, stavolta, Nicky non se lo sarebbe aspettato: via Rossi, elogiato perché «senza di lui meno pressione ma grazie a lui svolte importanti nel team», senza di lui il nuovo arrivato era sulla carta gestibile. Invece mica tanto. Andrea Dovizioso, solitamente amabile e pacato e low profile talento nostrano di anni 26, un mondiale 125 in tasca e un gp vinto in MotoGp, pur rimanendo amabile e pacato ha giocato di fioretto. Tagliente. Direzione Rossi. Ma in fondo anche direzione Hayden. Come a rimarcare subliminalmente che il numero uno, qui, vedrai, sarò io. Per esempio, pronti e via, si è presentato così: «Ho provato la Ducati 2012 (la 2013 è stata svelata in serata tra le nevi del rifugio Pradalago) solo per un'ora e mezzo, a Valencia. Colpa di un'ernia al collo che sto curando. Il primo feeling è stato positivo, però il rombo del motore fa paura. Da come era stata raccontata, mi aspettavo una moto totalmente ingestibile...». E il Vale ringrazia.
Comunque sia, la Ducati teutonica presentata ieri dall'ad Gabriele Del Torchio (insieme ai piloti del team satellite Iannone e Spies) si affida a questo romagnolo che vive a 30 km dalla sede e dice «sarà molto importante andare spesso, e chissà, magari gli ingegneri temono che sia un rompiballe… Sono molto determinato e consapevole del gap da ridurre. La Ducati mi ha conquistato perché dietro alla squadra ci sono il budget e la tecnologia giusti per far bene. Voglio il mondiale entro 2 anni, però non aspettatevi subito vittorie, il primo anno ci sarà molto lavoro (il primo test il 5 febbraio in Malesia).

Quanto alla pressione nel prendere il posto di Valentino, anzi… In questi due anni non ha fatto benissimo per cui, stavolta, la sua eredità non è così pesante come lo sarebbe stata in passato, quando vinceva tanto. Ora non è più un problema».

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