Piove a dirotto sul Milan. Altro infortunio, altro ko. Questa volta tocca a Birsa, appena arrivato, appena salito alla ribalta col gol decisivo contro la Samp: lesione muscolare all'adduttore sinistro, 10 giorni di prognosi, salta la Juve. Non ha fatto la preparazione col Milan, semmai per suo conto, perciò il preparatore di Allegri può dormire qualche ora in più ma di sicuro è l'utilizzo continuo, dopo mesi di inattività, con l'aggiunta di grande pressione, a determinare l'ennesimo insulto muscolare che toglie ad Allegri una pedina necessaria per il ricambio a centrocampo. Piove a dirotto sul Milan: dall'Olanda non si fermano le polemiche per il rigore fischiato a Balotelli. «Ridicolo» l'aggettivo usato da Frank de Boer, il tecnico che dimentica qualche episodio precedente (mani in area, interventi da dietro non sanzionati con il giallo, etc).
Eppure, al ritorno dall'1 a 1 di Amsterdam, a provocare
allagamenti a Milanello sono i gol puntualmente incassati da una difesa per la quale sono state esaurite le definizioni più severe, da banda del buco a colabrodo. Ripete Allegri: «Dobbiamo difendere meglio». D'accordo. Ma come? E soprattutto da quando si comincia, visto che domenica sera c'è la Juve? Perché la striscia degli orrori è infinita. Cominciamo da qualche dato: in 10 partite (6 di campionato e 4 di Champions), sono addirittura 6 i gol di testa subiti. Spiegazione interna: non ci sono grandi colpitori di testa, Mexes escluso. Vero. Ma allora la difesa del Barcellona, abitata non certo da giganti, Piquè escluso, dovrebbe subire gol in quota ogni partita. E invece no. Non accade. Il famoso quartetto Tassotti-Baresi-Costacurta-Maldini era normo-dotato. Quindi non è una questione di centimetri. Perché - altro ricordo storico - ai tempi di Capello un reparto allestito con Bogarde, Ziege e Maldini, venne infilato di testa da un giovanotto del Piacenza alla prima partita. Quindi servono organizzazione, attenzione ed esercitazioni.
Bene. Contro Cagliari e Napoli, due gol sono arrivati addirittura da fallo laterale, contro il Bologna, il sigillo dell'1 a 1 di Laxalt da rinvio del portiere. In questo caso cosa c'entra la statura delle sentinelle rossonere? Nel torneo passato, stessi difetti, stesso numero di gol presi in quota, tipo Udine, o da fallo laterale (con la Fiorentina a San Siro). Questo significa che c'è un deficit di tensione e attenzione e in particolare non c'è uno che comandi dietro, che richiami sodali. Anche i due metodi di marcatura, a uomo e a zona, applicati in modo continuo, han dimostrato che il Milan ha preso gol sia in un caso che nell'altro. Prendiamo l'ultimo gol di Amsterdam. A studiare le immagini televisive si notano una serie di inadempienze: 1) Abate e Mexes non partecipano alla fase difensiva, e si distaccano dagli avversari perdendoli di vista; 2) Muntari viene superato in corsa dal rivale che lo supera di 1 metro. Dicono i tecnici del settore: non è colpa di Muntari che curava il suo, semmai di Mexes, che era stanco e spolpato, e di Abate che rientrato dopo lunga assenza era in debito di ossigeno. E qui torniamo al numero degli infortunati, come nel famoso gioco da ragazzi. Perché De Sciglio non è ancora pronto, i due centrali, Zapata e Mexes, hanno giocato tutte e 10 le partite fin qui disputate e mai sono stati mssi a riposo per mancanza di alternative (fuori causa Bonera e Silvestre, Vergara ritenuto inaffidabile, Zaccardo utilizzato per sostituire Abate).
Il colombiano è nettamente sotto il suo rendimento passato, il francese addirittura sopra: il primo ha il suo tallone d'Achille nella concentrazione, il secondo nella velocità e nello spunto.
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