L'Inter ha scoperto che non sa tirare in porta. Ma dimentica che sarebbe meglio non far calciare in gol gli avversari: non a caso è finita al 5° posto (Juve prima, Milan quarto) fra le difese del campionato. La consolazione dice: ma è la squadra con il miglior attacco. Quindi dove sta l'errore? Nell'assenza di Lukaku, suggerisce voce di popolo: garantisce gol, assist e soprattutto mette in apprensione la difesa avversaria. Come dimostrato contro la Sampdoria. Quindi le lacrimazioni sui 24 tiri in porta, 7 nello specchio, che fanno distinguere fra Inter problematica e Inter sfortunata (copyright Conte) si riportano ad «uno per tutti e tutti per uno». Piede caldo (pure nel tirare rigori) se c'è il gigantone, sennò «ci salvi chi può». Contro la Roma, Lukaku ci sarà e per l'Inter è proposta una serata di gala: ci sei o non ci sei? Non potrà ansimare, sbagliare, toppare: con occhio al 1° posto, e pure al 2°.
Statistica e cammino avversario invitano all'ottimismo: Roma grande con le piccole, ma si rimpicciolisce davanti alle grandi. Finora tre pari contro Juve, Milan, Sassuolo, e due brucianti sconfitte con Napoli e Atalanta. Ecco, qui si parrà la nobiltà nerazzurra alla faccia di sussurri e grida che si intrecciano all'interno e all'esterno. Non è momento di buone notizie: D'Ambrosio starà fuori un mesetto (distrazione legamento collaterale ginocchio sinistro), guarda caso uno dei più centrati tiratori. Il mercato chiede una riserva di Lukaku, e non permette grandi sogni: Suning non finanzia, serve autofinanziamento. Tre nomi su tutti: Eder, un ritorno, Gervinho, eventualmente Gomez: ottimo tiratore. Conte avrebbe preferito Pellè, però i costi salgono. Le vicende di Suning ormai hanno scoperchiato il problema: sulle agenzie estere se ne parla dall'inizio di dicembre. L'Inter cerca liquidità e si ipotizza un accordo con la Lega per far slittare stipendi di novembre e dicembre oltre il 15 febbraio. Caso che angoscia altre società di serie A: c'è chi ha sospeso due-tre mesi ad impiegati ed affini. Del resto il club milanese era abituato a sostenersi con grandi numeri: solo le sfide con Barcellona, Milan e Juve della scorsa stagione hanno fruttato 20 milioni. Senza dimenticare i 40mila abbonati. Prevale l'idea di coinvolgere un fondo con una partecipazione azionaria di minoranza. In tal caso prevedibili due sbocchi: garantire una via di uscita con rendimento certo oppure una opzione per passargli il controllo nel giro di qualche anno. Di certo oggi vendere l'Inter è molto difficile: chi si accolla un esborso di oltre mille milioni? Più facile vincere il campionato, ricominciando la rincorsa contro la Roma.
In altro caso avrebbero ragione Graziani e Del Piero che dicono: se l'Inter non vince lo scudetto, fallisce la stagione. E Bergomi, che contrasta la tesi estremistica, rischia di farsi impallinare come l'ultima Nerazzurra.
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