"Io, la Ferrari e Le Mans. 24 ore nella leggenda"

Domani la Rossa in pole sfida dopo 50 anni la gara regina dell'Endurance. E lo fa anche con piloti italiani

"Io, la Ferrari e Le Mans. 24 ore nella leggenda"
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La Ferrari che torna a gareggiare nella massima categoria di Le Mans, cinquant'anni dopo l'ultima volta, è già di per sé una grande notizia. Che succeda nell'edizione del centenario di una delle corse più famose del mondo, trasforma il weekend in qualcosa di esageratamente grande. Ventiquattro ore con il fiato in gola. Ventiquattro ore a girare intorno a manetta. Gli uomini si alternano, ce ne sono tre per equipaggio, le auto no. È una prova massacrante oltre che affascinante. Tutto deve essere perfetto perché quando ti chiami Ferrari hai scritto nel nome il tuo destino: non corri per partecipare, corri per vincere anche se gareggi contro un avversario come Toyota che a Le Mans vince da 5 anni di fila. La Ferrari ci ha corso l'ultima volta 50 anni fa e l'ultima vittoria assoluta è quella di Rindt e Gregory nel 1965. Sono 9 le vittorie assolute, 29 quelle di classe. Certo, la Porsche che in questo weekend festeggia i suoi 75 anni, ne ha vinte 19 assolute, ma resta un'altra storia. Le Hypercar Ferrari hanno incominciato l'avventura nel WEC quest'anno e sono arrivate sul podio a Sebring, Portimao e Spa. Tre podi su tre. Un secondo e due terzi posti. Le due 499P sono state affidate da Antonello Coletta a Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen e Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi. E ieri sera Fuoco ha regalato la pole davanti a Guidi.

Si può sognare. Giovinazzi non è la prima volta per lei a Le Mans. Ma esserci con la Hypercar Ferrari e correre per vincere sarà un'altra cosa?

«Quest'anno nella categoria principale con la macchina più veloce sarà tutto diverso. Le emozioni sono uguali ma correre con Ferrari e rappresentare questo marchio, riportarlo a Le Mans dopo 50 anni mi rende super orgoglioso e super motivato».

Partiamo dalla fine. Dopo 24 ore di gara sarà contento se?

«Se torno a casa con una coppa».

Ora non potete nascondervi.

«Da pilota e da pilota Ferrari l'obiettivo deve essere sempre quello di vincere. Poi sappiamo bene di essere una squadra giovane con un'auto giovane, con competitor che hanno più esperienza e sanno già come vincere qui».

Quindi per batterli come si fa?

«Non molleremo fino all'ultimo secondo delle 24 ore che ci aspettano».

Qual è il momento più tosto nelle 24 ore?

«Durante la notte, perché correre al buio su questa pista, con questa macchina è molto difficile. La visibilità non è buonissima e hai tantissime macchine da superare».

Meglio rispetto all'esperienza del 2018 però.

«Sarà più facile perché allora dovevo guardarmi dietro dalle auto più veloci di un'altra categoria questa volta potrò guardare davanti perché i sorpassi sarò io a farli e dovrò concentrarmi sul passo da tenere».

E i suoi compagni di squadra?

«Il rapporto con Ale e James è molto buono. Ci siamo trovati bene fin dall'inizio. Loro sono una coppia ben collaudata con un background speciale, hanno già vinto dei mondiali e qui a Le Mans in altre categorie.

Sanno vincere insieme e io sto cercando di capire come muovermi in queste gare, come migliorarmi nella gestione della gara. Da parte mia posso portare un po' di esperienza di Formula 1, abbiamo un motore ibrido che assomiglia molto a quello delle monoposto». Giocare di squadra. Ecco come provare a battere Toyota, Porsche, Peugeot, Cadillac

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