"Ma io vi dico che Thohir s'è stufato. E se ne vuole andare"

Nursanto, imprenditore-amico: "A Giacarta la A è un flop. Erik perde troppi soldi"

Erick Thohir, 45 anni, è azionista di maggioranza dell'Inter dal novembre 2013
Erick Thohir, 45 anni, è azionista di maggioranza dell'Inter dal novembre 2013

Entong Nursanto è un imprenditore indonesiano ed è l'uomo che ha fatto conoscere l'Inter a Erick Thohir. Perché è anche da tanti anni il presidente dell'Inter Club di Giacarta dedicato a Massimo Moratti e 4 anni fa invitò il collega, ancora a digiuno di calcio italiano, ad una serata. Conosce bene Thohir ed anche Moratti, che nel 2010 gli regalò due biglietti per assistere alla finale di Champions di Madrid. Nursanto insomma sa perfettamente cosa c'è dietro i rumors di questi giorni ed infatti non ha dubbi: «Erick si è stufato dell'Inter. Vuole venderla». I perché sono tanti: problemi di Borsa, il crollo del prezzo del carbone (affare di una sua società), i 173 milioni di dollari che Rosan Perkasa Roeslani - uno dei due soci di Thohir all'inizio dell'avventura - deve rimborsare all'azienda di cui era direttore generale (la Brau). Un crac che ha fatto mancare un sostegno vitale alle casse nerazzurre. E poi la consapevolezza di non riuscire a fare soldi con il calcio italiano.

Già tre anni fa Nursanto aveva ammonito: «Thohir non è Moratti. Non è un tifoso, non ama l'Inter: è un uomo d'affari, vuole soldi non trofei. Scommetto che entro cinque anni si stuferà». Probabilmente aveva ragione.Ed ora Entong, che coltiva caffè e si prepara per un colpo grosso nel ramo dell'oro, racconta al Giornale: «Tre anni fa Erick era all'apice della ricchezza: i valori di Borsa avevano raggiunto picchi inimmaginabili. Lui ed i suoi amici, Rosan fra questi, erano disposti a investire un miliardo in un club di prim'ordine. Quando Moratti chiese solo 300 milioni per il 70% dell'Inter, pensarono ad uno scherzo. Erano convinti di aver fatto l'affare della vita: se ci costa così poco, dicevano, in qualche anno facciamo degli utili e andremo alla grande. Cresceremo e vinceremo. E invece...».Invece non è andata così: «O meglio, sembrava potesse succedere. Il primo anno è stato perfetto: Erick ha avuto una grandissima esposizione mediatica, lui è il più vanitoso della sua famiglia e non a caso si occupa di media e comunicazione. Sulla carta aveva un piano perfetto, ma in realtà si è trovato a sborsare ogni anno somme sempre più ingenti senza un ritorno. E non sa come fare: la famiglia ha meno cash per via del crollo dei titoli, l'unica azienda dei Thohir che funziona è la Adaro, ma è di proprietà di Garibaldi, il fratello. Non brilla nulla, in questo momento: pensate che ha dovuto fare un'opa sulle sue reti radiofoniche incassando la miseria di cinque milioni di dollari. E perde peso anche la sua rete televisiva, Jak Tv, che ha puntato tutto sul basket: ma chi guarda il basket in Indonesia?».

Insomma il basket no, ma neppure l'Inter e persino le presenze al Club dedicato a Moratti sono in calo: «Erick pensava che l'Inter lo facesse diventare più potente anche in patria e invece qui gli rimproverano di aver investito finora più o meno 380 milioni per un club straniero, invece di metterli nello sport indonesiano. E sapete quanto valgono questi soldi da noi? In più si aggiunge la perdita di appeal del calcio italiano: i tifosi vogliono vedere in tv e comprare le maglie del Manchester City, Chelsea e Arsenal. Poi vengono le due spagnole: dell'Inter importa a pochi. Lui ha cercato di far crescere l'interesse per la squadra comprando un quotidiano, Topskor, ma i risultati sono modesti».

Così ecco il perché della ricerca di nuovi investitori, assicura Nursanto: «Si sta guardando intorno e se troverà un acquirente venderà. Ha capito che mai e poi mai guadagnerà un dollaro con il calcio italiano e con l'Inter. Ma lo ha capito troppo tardi».

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