Stavolta, nessuno dirà che «questa è la Nazionale più forte di sempre». Non fosse altro perché, quando il presidente federale Petrucci (sbagliando) ha osato tanto, i risultati dell'Italbasket non hanno rispecchiato le attese. Meglio viaggiare a fari spenti, affidarsi al lavoro del ct Sacchetti deluso però dall'approccio dei suoi giocatori al recente torneo di Verona - e sperare che la Dea Bendata lasci in pace la sua creatura. Il che, come è strana tradizione e come è accaduto anche nelle ultime settimane (Melli out per i problemi al ginocchio, Datome in recupero da un'operazione a un ginocchio, Gallinari operato recentemente di appendicite), non è mai scontato.
L'Azzurra della palla a spicchi si avvicina insomma al Mondiale in Cina (il via il 31 agosto) con umiltà, un pizzico di apprensione e però il desiderio di tornare a fare parlare di sé in maniera positiva. Le ultime Nazionali a portare a casa delle medaglie furono infatti quella del 2003 (bronzo ai campionati europei in Svezia) e del 2004 (il quasi irripetibile argento alle Olimpiadi di Atene): da allora, poche gioie (ai Giochi non partecipiamo appunto da 15 anni), tante illusioni e una sola rassegna iridata disputata, nel 2006 (nono posto finale).
È ora di cambiare rotta, ecco. Infischiandosene degli acciacchi e chiedendo finalmente l'acuto giusto a un gruppo che troppo spesso, sulla scia di alcuni curriculum che contavano esperienze in Nba, è stato sopravvalutato. Del resto per tanti azzurri la carta d'identità è quella che è: Belinelli (giramondo d'oltreoceano, tornato lo scorso anno a San Antonio con cui in precedenza aveva anche vinto un anello) e Luca Vitali sono nati nel 1986, Datome e Hackett (neo campione d'Europa, con il Cska Mosca) un anno dopo, Gallinari (appena finito a Oklahoma, dai Clippers) e Aradori nel 1988. Se si vuole pensare in grande, bisogna farlo subito perché di tempo a disposizione non è che ce ne sia più molto. Sapendo che non sarà per nulla facile e che comunque questi Mondiali potrebbero anche qualificarci direttamente per le Olimpiadi 2020: le prime sette classificate voleranno direttamente a Tokyo, con l'unica restrizione rappresentata dal continente di appartenenza. Saranno infatti considerate le migliori due classificate di Europa e Americhe, la migliore squadra africana, la migliore asiatica e la migliore dell'Oceania: le prime sedici squadre del Mondiale non classificate (su 32 partecipanti) accederanno invece al Torneo di Qualificazione Olimpica, altra tonnara al termine della quale sarà completato il quadro delle dodici contendenti olimpiche.
Venti anni dopo il trionfo europeo datato 1999 (Tanjevic ct, tra i dodici i vari Basile, Galanda, l'mvp del torneo Fucka, Myers, Andrea
Meneghin, Abbio), Datome e compagni cercheranno insomma di rinverdire i fasti che furono. Sacchetti, infortuni permettendo, sceglierà i dodici dopo il Torneo dell'Acropoli (16-18 agosto). Obbligatorio incrociare le dita.
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