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Italbasket, troppa Serbia. La Spagna ultima spiaggia

Gallinari non basta, reggiamo solo 30 minuti Domani bisogna vincere per non andare a casa

Italbasket, troppa Serbia. La Spagna ultima spiaggia

Domenico Latagliata

Provarci e non mollare mai: fatto. Vincere, poi, è un'altra cosa. Ha retto finché ha potuto, l'Italia, nell'ultima partita della prima fase dei Mondiali in corso di svolgimento in Cina. Poi però la Serbia ha fatto pesare tutto il proprio strapotere fisico e se n'è andata: 77-92 alla fine, entrambe le squadre già qualificate per il turno successivo ma azzurri che adesso non potranno più sbagliare. La formula prevede infatti che nel girone J, andato a formarsi insieme a Spagna (vincitrice del proprio raggruppamento) e Portorico, le squadre ereditino i risultati della prima fase non incontrandosi nuovamente. Tradotto: se l'Italia batterà domani la Spagna (ore 14,30) e facesse poi altrettanto domenica con i sudamericani, avrebbe il secondo posto in tasca e con esso la qualificazione ai quarti. In caso di ko con gli spagnoli, viceversa, l'eliminazione sarebbe scontata: a quel punto Datome e compagni tornerebbero a casa, avendo comunque raggiunto l'obiettivo della qualificazione al Preolimpico della prossima estate.

Match durissimo, quello contro i serbi. Come era logico che fosse. Con l'Italia che ha retto per trequarti gara. Faccia a faccia. Muso a muso. Nonostante il gap di chili e centimetri. Nonostante di là coach Djordjevic avesse a disposizione otto uomini sopra i 2 metri, un'altezza media di 206 cm e cinque giocatori Nba (Bogdanovic e Bjelica a Sacramento, Jovic a Denver, Guduric appena arrivato a Memphis, Marjanovic a Dallas). Eppure i nostri sono rimasti in partita a lungo, resistendo in tutti i modi contro il dominio tecnico di Bogdanovic (15 punti con 4/5 da tre nel primo tempo, 31 alla fine) e andando al riposo a meno 8 (42-50). Poi, strada facendo, la fatica ha cominciato a farsi sentire. Gallinari (26 alla fine) ha inanellato mezzi miracoli in serie riportando gli azzurri a -2 (53-55), ma a quel punto la Serbia ha trovato dalla panchina l'ex Olimpia Milano Raduljica (12/13 ai liberi in meno di 8') e scavato il vuoto sotto canestro (13 rimbalzi offensivi). Bogdanovic meraviglioso - ha fatto il resto, ovvero non ha sbagliato quasi mai (6/11 da dietro l'arco) e, nonostante i capricci e il gioco sporco di Jokic (Ciccio, come lo chiamava Gallinari ai tempi della comune militanza a Denver), per l'Italia (Belinelli 15, Hackett 13) non c'è stato più nulla da fare. «Siamo rimasti a lungo in partita - così il ct Sacchetti - ma non è bastato. Hanno sfruttato molto l'aspetto fisico, è il loro punto di forza. Ai miei non posso rimproverare nulla: attualmente, però, il gap tra le due squadre è ampio. La Spagna? Ci penseremo». «Per lunghi tratti siamo riusciti a dar loro fastidio - aggiunge Datome -. Era il nostro obiettivo. Adesso pensiamo alle prossime due partite. Arbitraggio? Qualche fischio senza senso, ma non abbiamo perso per quello. Abbiamo dimostrato di avere coraggio e personalità». Domani, contro la Spagna, una partita che varrà quanto una finale. Dentro o fuori.

Giocando per quaranta minuti con lo spirito di ieri e augurandosi un maggior contributo dalla panchina, non è detto che non si possa festeggiare.

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