Le sue ultime ore vissute nel gruppo azzurro coincidono con il punto più basso della nostra Nazionale. Stasera Gigi Buffon lascerà il posto a Donnarumma, un passaggio di consegne che arriva nel modesto presente dell'Italia: un ko o anche un semplice pareggio con l'Inghilterra, in contemporanea con i successi della Tunisia (che ci ha già virtualmente scavalcato) su Costa Rica e dell'Islanda sul Perù, rischia di farci finire per la prima volta fuori dalla top 20 del ranking Fifa del prossimo 12 aprile. Il record negativo è datato luglio 2015 quando la truppa di Conte si ritrovò al 17° posto.
Buffon avrebbe voluto giocare il suo sesto Mondiale per aggiungere un altro record al suo curriculum già ricco di primati e poi farsi da parte. Lo farà invece oggi (al netto della gara di addio all'azzurro il 4 giugno a Torino contro l'Olanda) e ciò gli risparmierà lo stress di sentirsi coinvolto in un periodo così involuto di un gruppo che 12 anni fa salì sul tetto del mondo.
Le quattro parate di Gigi nell'amichevole con l'Argentina sono state la risposta migliore alle polemiche che lo avevano accompagnato nel suo ritorno in Nazionale, lasciata tra le lacrime a San Siro e ritrovata «per senso di responsabilità». Basta guardare alcune cifre per capire il passaggio storico di stasera a Londra: delle ultime 256 gare giocate dagli azzurri dal 29 ottobre 1997 - giorno del suo debutto - a quella di Manchester, Buffon ne ha saltate solo 80 (appena cinque negli ultimi tre anni). E delle 6 partite contro l'Inghilterra nel suo periodo in Nazionale, non ne ha giocata una - quella di Manaus al Mondiale del 2014 - per infortunio.
Stasera davanti agli 84mila di Wembley ci sarà Donnarumma, che dodici giorni fa sullo stesso campo contro l'Arsenal visse una delle sue «macchie» stagionali. Il milanista sembra l'erede predestinato, ha potenza ed enormi margini di miglioramento, ha dimostrato più di una volta di saper reggere la pressione nonostante i suoi 19 anni. E in allenamento scruta ogni istante Buffon, che in parte si rivede in quel ragazzone napoletano, per rubarne i segreti. Gigio sarà al quinto gettone in azzurro, il terzo da titolare dopo quelli nel 2017 con Olanda (marzo) e Uruguay (giugno), le ultime gare saltate in azzurro da Buffon prima di quella di Wembley.
Il passaggio di testimone sancisce la gerarchia tra i pali azzurri. Il futuro è di Gigio, alla vigilia di un'estate che potrebbe vederlo lasciare il Milan. Buffon gli avrà ripetuto più volte, nelle ore trascorse in ritiro, che quello del portiere è il mestiere più ingrato. Consiglio prezioso a chi finora ha vissuto solo spiccioli di gloria in Nazionale. Perin, sette anni più grande e una carriera fatta di ripartenze e infortuni gravi, dovrà attendere ancora.
Nell'ultima da ct Di Biagio
rivoluzionerà l'undici (almeno quattro i cambi) con Spinazzola tornato a casa per un problema al ginocchio. E la rivoluzione parte da Donnarumma. «Siamo in buone mani», continua a ripetere Buffon. Ma intanto è la fine di un'era.
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