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JF7, l'erede da 126 milioni che ha già battuto sul prezzo l'idolo CR7

Il bianconero non è mai stato pagato così tanto Il 19enne: «In Nazionale con lui come alla Play»

JF7, l'erede da 126 milioni che ha già battuto sul prezzo l'idolo CR7

Va di moda il 7. E stasera, nel duello a distanza tra portoghesi, si attendono scintille. Joao Felix di là, Cristiano Ronaldo di qua. Atletico Madrid-Juventus, le due favorite del girone comprendente anche Bayer Leverkusen e Lokomotiv Mosca chiamate subito allo scontro diretto: non un dentro o fuori ma, dopo i balbettii di Firenze, la Signora (che recupera Pjanic) è chiamata a dare un segnale. Non arrivasse, certi mugugni diventerebbero ancor più rumorosi.

Magari sarà CR7 a togliere le castagne dal fuoco e del resto, contro il colchoneros, il bianconero ha un conto aperto da sempre: 25 gol segnati in 33 partite. Tre di questi li ha realizzati indossando la maglia della Juventus, lo scorso anno nei quarti di finale di Champions: tutti in una partita, allo Stadium in occasione del ritorno dei quarti di finale. Il 12 marzo: quarta tripletta, la seconda in Champions dopo quella che aveva deciso la semifinale 2017. El ogro de l'Atletico fu il titolo di un giornale spagnolo: un orco, ecco. Di quelli che fanno paura a chiunque. E all'Atletico di più, evidentemente.

Oggi, altra puntata: magari con una posta in palio non ancora così definita, certo non un match da considerare come un'amichevole. Quella in realtà c'è stata il 10 agosto, a Stoccolma: vinsero gli spagnoli 2-1, Ronaldo non si vide granché (eufemismo) ma, in compenso, brillò Joao Felix. Passato poche settimane prima dal Benfica all'Atletico, che per averlo aveva sborsato i 126 milioni della clausola.

L'etichetta di erede di Ronaldo ce l'aveva già attaccata da un po', da quel giorno ancor più. Eppure non va dimenticato che JF7 ha soltanto diciannove anni, quindici in meno del suo idolo che curiosità mai in carriera aveva mosso una tal cifra nel corso dei suoi trasferimenti, dal Manchester United al Real (95 milioni) e poi dal Real alla Juve (100, più una dozzina di oneri accessori). Insomma: sul suo futuro da fuoriclasse non è lecito avere dubbi, a patto che gli si lasci vivere il presente con la serenità necessaria. Simeone può essere l'uomo giusto per farlo crescere: carota e bastone per disciplinarlo lasciandolo libero di dare sfoggio del proprio talento, tre sostituzioni subite nelle ultime quattro partite ma anche bagliori di talento allo stato puro.

Saranno quindi di fronte un fenomeno assoluto, uno dei più grandi di tutti i tempi, e uno in fieri' che per adesso si può godere il primato di più giovane giocatore ad aver segnato una tripletta in Europa League (all'Eintracht, l'11 aprile 2019): di strada da fare ne ha ovviamente parecchia, possibilmente tappandosi le orecchie per evitare qualunque paragone con CR7. Che è icona e non solo idolo. Irraggiungibile, probabilmente. «Quando tornai a casa, dissi ai miei amici che credevo di essere nella modalità carriera di Fifa, perché Ronaldo era proprio come l'avatar con cui giocavo alla playstation aveva raccontato Joao Felix lo scorso marzo, quando i due si erano incontrati per la prima volta in nazionale -. Condividere lo stesso spogliatoio è stato un sogno».

In attesa del passaggio di consegne, via con il duello a distanza.

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